martedì 24 febbraio 2015



SOCIALI O IN SOLITUDINE?


Carmelo Caizzone IV B Liceo Classico


Chissà se gli antichi indiani d’America, che utilizzavano i segnali di fumo, avrebbero mai immaginato che un giorno nel lontano futuro per comunicare sarebbe bastato un “click”. Eppure la storia è caratterizzata, soprattutto nell’ultimo secolo, da un progresso tecnologico non indifferente, che ha dato modo a chiunque di potersi “incontrare” virtualmente anche da New York fino a Singapore. Le grandi novità del XXI secolo sono i social network, come Facebook e Twitter, tramite i quali qualsiasi persona può pubblicare online le proprie esperienze di vita quotidiana. Tuttavia quelle foto “postate” perdono il loro autentico significato perché il più delle volte troppo banali. La fotografia in effetti, così come affermava il naturalista francese Èmile Zola, è testimonianza della realtà, dà prova che qualcosa sia stata vista; oggi invece è Facebook a prefiggersi tale compito. Jungenson domanda: “Siamo così presi dal pubblicare la nostra vita su Facebook da dimenticarci di viverla nel presente?”. Le risposte sarebbero troppe e diverse l’una dall’altra ma, indipendentemente dal modo di pensare, è palese che Facebook sia diventato un’ossessione, quasi una droga per i più, infatti provoca una vera e propria “assuefazione”. Il giornalista Venturi a tal proposito propone in un articolo su “Repubblica” l’esperimento messo a punto da una docente di Lettere per la sua classe liceale, ovvero l’astinenza dalla tecnologia per qualche giorno. Questo permette di capire quanto l’influenza della scuola possa giovare in tal senso; sarebbe opportuno che talvolta gli insegnanti incoraggiassero gli studenti ad utilizzare enciclopedie cartacee per le ricerche in sostituzione di Wikipedia o altri siti internet. Facebook ha un potere molto forte, Bauman lo paragona ad un rasoio, ad un’arma a doppio taglio; è uno strumento spesso usato male, ci mette in contatto ma ci rende più deboli, basti pensare a Breivik, che, prima della strage da lui compiuta, aveva avvertito su Facebook, ma nessuno si è accorto del suo folle messaggio. D’altra parte però i vantaggi dei social network sono infiniti; come afferma Alec J. Ross, consigliere all’innovazione di Hilary Clinton, “i new media spostano potere dalle gerarchie ai cittadini”, infatti nella Primavera araba Facebook e Twitter hanno giocato un ruolo determinante. Inoltre la novità è che il popolo può comunicare con i governanti, che si abbandonano sempre più all’utilizzo della tecnologia, fornendo spunti di dibattito su argomenti inerenti le problematiche dello Stato. Dal momento che negli ultimi anni i social hanno letteralmente spopolato tra giovani e adulti, un agente immobiliare di San Francisco, così come riportato dal giornalista Danna ne “La Lettura”, supplemento del “Corriere della Sera”, ha avuto l’idea di creare un servizio online, “Klout”, che contiene un algoritmo capace di aggregare le attività degli utenti sulle piattaforme social e valutarle con un punteggio. Questo servizio, molto interessante, arriva in aiuto a chi necessita informazioni di qualunque genere riguardo a locali per mangiare o a luoghi d’interesse particolari. È opportuno rivalutare l’importanza dei social, in quanto questi potrebbero offrire delle occasioni positive, ma ciò deve essere comunque fatto nei limiti del buon costume, perché le azioni sbagliate talvolta espongono a rischi molto alti.

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