mercoledì 25 febbraio 2015



“Il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore”


Mariadele Bucaria VC Liceo Classico


La musica, diceva Aristotele, “non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e, in terzo luogo, per la ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo.”
Nel corso dei secoli la funzione della musica, come di ogni espressione artistica dell’uomo, non è cambiata da quando Aristotele ne suggeriva gli “usi molteplici”. Musica è sinonimo di espressione, un’espressione però indefinibile e intoccabile, perché, a differenza di altre espressioni “fisiche”, come la pittura o la scultura, comunica quei sentimenti inesprimibili a parole. Lo scopo, il vero scopo della musica, è, quindi, quello di esprimere se stessi. Il musicista riversa tutte le sue angosce, paure, sogni, felicità, insoddisfazioni, rabbie, dolori, nelle parole trascinanti che daranno vita alla canzone. Quest’ultima costituirà la trasposizione in note dell’animo dell’autore. Per cui l’uomo di ogni epoca ha trovato nella musica “il sollievo” di cui parlava Aristotele, ma anche “l’educazione” e “la catarsi”.
La musica è sempre esistita nella storia dell’umanità, infatti non è frutto dell’industrializzazione o della tecnologia, ma essa è figlia della natura primordiale della vita; per questo può vantarsi di essere uno dei capisaldi di ogni ideologia. Già gli uomini primitivi usavano la musica come rimedio ad alcune malattie: essi, infatti, avevano capito che la musica influiva sul comportamento di un individuo, rendendolo più forte o indebolendolo. Questo ruolo terapeutico della musica è riconosciuto anche oggi e viene chiamato musicoterapia. Molte malattie, infatti, sono curate con l’ausilio di questa. Anche nella Bibbia, e dunque nella tradizione giudaico-cristiana, i riferimenti a quest'arte non mancano. La si ritrova anche in ambito letterario, per esempio nell’antica Grecia con gli aedi e i rapsodi, i quali erano soliti cantare nelle piazze e nelle corti i loro componimenti, o con Omero, il quale, nel racconto dell’avventura di Ulisse con le Sirene, ce ne dà una visione ammaliatrice. Anche Dante nella sua grandiosa opera della Divina commedia ci parla della musica, a cui dedica il secondo canto del Purgatorio, dove si trova la figura del musico Casella. Nel 1700 si ha la nascita del melodramma, con cui poesia e musica si fondono, grazie in particolare alla figura di Pietro Metastasio, considerato il riformatore del melodramma italiano.
La musica rientra in tutti i campi della vita quotidiana e costituisce una componente importante sia nei riti religiosi sia, parlando più in generale, in campo civile; infatti, in quest’ultimo caso, è un elemento fondamentale per alcune forme di intrattenimento come il teatro o la televisione. Ma essa non si limita a entrare o interagire con la società contemporanea: contribuisce piuttosto a definirla. Tanti sono i ruoli che le vengono affidati; il primo consiste senz'altro nel suo uso come mezzo artistico. Quest'ambito, che è uno dei principali, comprende un'infinità di applicazioni: dall'industria discografica e cinematografica alla radio, fino ai concerti, il teatro, l'opera e molto altro ancora.
 Un altro aspetto fondamentale è la sua capacità di creare e mantenere relazioni sociali. Si tratta di un fenomeno che si verifica innanzi tutto per chi la ascolta, per cui appassionati di generi o artisti simili tendono a formare gruppi sociali.
Può essere anche l’espressione di sentimenti e di comportamenti comuni. In questo caso esalta l’appartenenza di un singolo all’interno di uno specifico gruppo sociale. Nascono, così, gli inni patriottici. Si pensi al momento della nascita dell’Italia: persone appartenenti a diversi stati politici si sentirono maggiormente uniti e pronti a combattere per la nascita di un’unica nazione non solo perché accomunati da un’unica bandiera, ma anche perché esaltati dalle splendide note composte da Mameli, che invitava tutti a risvegliarsi per giungere finalmente alla tanto attesa unità nazionale.
Oggi la musica invade ogni spazio e si diffonde sempre più grazie all’utilizzo di nuove tecnologie. Si è passati, infatti, dal vecchio 45 giri al moderno mp3.
Come ha insegnato Seneca, non sono sempre i beni materiali a rendere felice l’uomo, ma sono le cose più difficili da cogliere, quelle che non vediamo o che a volte sottovalutiamo, a rappresentare per l’uomo un tesoro prezioso da custodire. Ebbene la musica è una di queste: forte nella sua dolcezza e immensa nella sua inconsistenza.  Non si può immaginare una vita senza musica: ci sarebbe un’esistenza piatta, senza colori e senza emozioni.

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