sabato 21 febbraio 2015



La  zia marchesa di Simonetta Agnello Hornby


Michela Saporita   IV B Liceo Classico


La storia ruota attorno a Costanza, figlia del barone Domenico Safamita, che dopo la nascita viene rifiutata dalla madre. La neonata viene affidata  ad una balia, Amalia Cuffaro, che si prende cura della bambina diventando sua amica. La bimba cresce bene, un po’ riservata,  condividerà la maggior parte del suo tempo con la servitù cucendo e ricamando. In famiglia vivono anche i fratelli  per i quali Costanza prova molto affetto, soprattutto per Stefano, il più grande, e per il padre che invece ha per lei una notevole predilezione perché è quella che sente più vicina a lui e più adatta a gestire il patrimonio del casato. Il Barone non si sbaglia: infatti i figli maschi si rivelano una completa delusione, poiché Stefano si innamora di una donna non nobile e Giacomo, il figlio minore, sposa Adelaide Lattuca e appare invidioso per le ricchezze ereditate dalla sorella dopo la morte del padre. Giacomo, non solo minaccerà Costanza, chiamandola “’u malu pilu” e  “bastarda” ma le mette anche le mani intorno al collo cercando di ucciderla. Successivamente, la donna si sposa con il marchese Pietro Patella di Sabbiamena, attratta dai modi cortesi e dall'eleganza dell'uomo. Il problema, però, è che il marchese  non la ama, infatti durante i primi anni di matrimonio tradisce continuamente la moglie anche dentro le mura del loro palazzo.

La protagonista, Costanza, è una cantante e musicista dotata, è buona, intelligente, benevola con i familiari, disposta al perdono. Ha i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini. Tra gli altri personaggi ricordiamo i fratelli Giacomo e Stefano, il padre Domenico Safamita, e, non meno importante, la balia Amalia.

La narrazione avviene per bocca di Amalia  che, dopo la morte di Costanza, si ritira con una nipote alla Montagnazza, una sorta di loculo per vivi, in provincia di Agrigento. Qui, nell’affaccendarsi lento e noioso nella grotta adibita ad abitazione, racconta alla nipote Pinuzza le vicende di Costanza e della famiglia Safamita. La ricchezza, le avversità, gli amori si svolgono fra detti popolari e proverbi rivelando la saggezza, l’ignoranza e la cattiveria intrise di povertà. Il periodo storico è quello dell’unità d’Italia, della deposizione del regno delle due Sicilie, della nascita di cosche, germogliate dal malcontento popolare, culla della mafia che si andava  formando.

La storia inizialmente può sembrare piatta, senza colpi di scena, ma in seguito la vicenda comincia a farsi intrigante. L’amore del padre verso la figlia è un aspetto del libro che colpisce molto. Infatti un padre che dice alla propria figlia che prima di tutto deve amare se stessa per poter essere apprezzata dagli altri e che solo amandosi, pensando a se stessa, potrà essere amata, è un padre ammirevole, diverso ed amorevole. Accanto al lato sentimentale e riflessivo, colpisce il lato comico caratterizzato da molti proverbi siciliani che, oltre a divertire, fanno pensare molto. Consiglio il libro a chi ha bisogno di una lettura leggera e  divertente.

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