sabato 5 aprile 2014

Parole sullo schermo. Dal romanzo al film

Il capolavoro di Alessandro D’Avenia

Bianca come il latte,
rossa come il sangue

Sono i colori i veri protagonisti del romanzo: il bianco, simbolo delle insicurezze, delle paure e del vuoto esistenziale ed il rosso, che, invece, rappresenta la passione, la forza, la vita e le emozioni.

di 
Elisa Miceli
Marialuisa Andaloro

L'autore del best-seller, Alessandro D'Avenia
“Ogni cosa è colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco, infatti, è un colore che non sopporto: non ha confini”. Questo è l’incipit del libro “Bianca  come il latte, rossa come il sangue”, il grande capolavoro di Alessandro D’Avenia, un romanzo, pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Mondadori, che ha riscosso un grande successo fra i giovani adolescenti, forse perché il protagonista è proprio uno di loro, Leo, un sedicenne che ha un sogno dai capelli rossi che si chiama Beatrice. Leo è tanto affascinato dal rosso, quanto è terrorizzato dal bianco, quel bianco che simboleggia assenza, vuoto, morte, quel bianco che è così legato al destino di Beatrice. Quando Leo scopre che la ragazza è malata e che la sua malattia ha a che fare proprio con quel colore che tanto teme, avrà finalmente modo di affrontare le sue paure, scavando nei più intimi segreti del suo animo, per capire che i sogni, contrariamente alle apparenze, non possono morire, ma continueranno a vivere dentro di noi.
La copertina del romanzo
“Bianca come il latte, rossa come il sangue” è una storia di dolore e sofferenza, un racconto che, con un linguaggio semplice ed immediato, dipinge gli innumerevoli colori dell’adolescenza, pur toccando tematiche delicate quali la morte e la fugacità della vita.
I veri protagonisti del romanzo sono i colori: il bianco, che rappresenta le insicurezze, i timori, il vuoto che ognuno di noi ha paura di non riuscire a colmare, l’impassibilità che si teme di non poter domare ed il rosso, che, invece, simboleggia la passione, la forza, la vita, le emozioni. In ogni sogno sono presenti sia il rosso, che il bianco: Beatrice è, infatti, per Leo, non solo il colore che lo spinge a ricercare l’amore, ma anche quello che lo blocca. 
Colui che indirizza Leo alla  scoperta del suo sogno è il Sognatore, nel quale si identifica l’autore stesso: un docente che crede fermamente nel valore formativo della scuola, un professore che valuta, ma non giudica.  Il Sognatore è per Leo quell’aiuto carico di domande, che gli consente di non arrendersi davanti ad una speranza che sembra sgretolarsi in mille pezzi e che comprende i suoi stati d’animo, in quanto osserva la vita come la osserverebbero gli occhi degli adolescenti.
Il romanzo è scritto con cuore semplice e una penna delicata, con i quali Alessandro D’Avenia riesce a trasmettere ai lettori di ogni età sentimenti, forti emozioni ed insegnamenti, che rimangono impressi nella mente anche dopo la conclusione del libro.
Dopo il successo di vendite,
 il romanzo è diventato un film
Nel 2013 "Bianca  come il latte, rossa come il sangue" è diventato un film, diretto da Giacomo Campiotti e interpretato dai giovani attori Filippo Scicchitano e Aurora Ruffino nella parte dei protagonisti, in un cast che comprende anche Luca Argentero, nei panni del Sognatore, e Flavio Insinna (nel ruolo del padre di Leo).
L'adattamento cinematografico, che ripercorre la stessa trama del libro, ne ha replicato il successo, confermandosi campione di incassi al botteghino.
Quei colori dell'anima che avevano fatto amare il romanzo agli adolescenti, sono state rafforzate, nella trasposizione sul grande schermo, da una colonna sonora di grande impatto emotivo. Oltre alle musiche originali composte da Andrea Guerra, la canzone principale del repertorio della colonna sonora è "Se si potesse non morire" dei Modà, classificatasi terza al Festival di Sanremo 2013. Sono presenti anche "Come un pittore" e "Tappeto di fragole", sempre dei Modà, e "Tutta scena" di J-Ax.
Nella storia del rapporto tra romanzo e film, "Bianca  come il latte, rossa come il sangue" rappresenta il tassello di una lunga tradizione, che, sia in tempi recenti che guardando al passato, si fonda sulla relazione strettissima tra le parole dei libri e le immagini dello schermo. Basti pensare a capolavori come "Cime tempestose" (1847) di Emily Brontë, oggetto di innumerevoli trasposizioni cinematografiche anche negli ultimi anni, al romanzo di Gabriel Garcìa Marquez "L'amore ai tempi del colera" (1985), amato da intere generazioni e diventato un film nel 2007, o ai best-seller di Nicolò Ammaniti ("Io non ho paura", "Come Dio comanda", "Io e te"), Fabio Volo, Margaret Mazzantini e molti altri. 

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