domenica 6 aprile 2014

Un viaggio chiamato amore. Riflessioni sul sentimento più antico del mondo



di 
Tony Anania

Dai grandi filosofi ai grandi intellettuali, dagli scienziati agli uomini comuni, uno degli interrogativi che da sempre coinvolgono e affascinano, quando si riflette sulle questioni profonde e sui misteri della vita è: cos’è l’ amore? 

Tutti prima o poi si pongono questa domanda, dai diciottenni ai trentacinquenni e agli ottantenni; c’è chi pensa che l’amore sia l’unione indissolubile di due anime, chi pensa che l’amore sia il sesso, chi pensa che sia una favola per bambini e chi pensa che l’amore sia  solo una delle molte parole tanto vecchie quanto prive ormai di significato. Per orientarci in questo universo complesso nel quale, spesso, ci avventuriamo senza bussola, potrebbe essere utile innanzitutto classificare i diversi casi sotto cui l’amore ci presenta i suoi tanti volti e caratterizzarlo per “species”: l’amore di un padre e di una madre per un figlio, l’amicizia, l’amore tra due persone che si scelgono per la vita - quello, cioè, con la "A" maiuscola, almeno nell'immaginario comune -. Ma sono ancora tanti gli esempi che si potrebbero fare. In ciascuna di queste esperienze, però, vi è un elemento comune. Non esiste, infatti, un sentimento se non vi è una relazione, un rapporto che lega due o più persone o cose, e che si manifesta nel tempo rafforzandosi o distruggendosi. 
Naturalmente, tutti vorrebbero avere quella storia d’amore speciale, rappresentata spesso nei romanzi strappalacrime o nei film romantici, fatta di serenate, baci sotto la pioggia e quant’altro...ma questa è la realtà: la vita è una e non può essere sprecata per cercare l’anima gemella; siamo il frutto delle nostre scelte, siamo lo specchio del nostro passato, le vecchie relazioni, le vecchie amicizie, il famoso primo amore ci rendono quello che siamo. E allora, come facciamo ad iniziare un nuovo rapporto se il passato ci perseguita? Come si fa a gustare una bella bistecca se nel piatto ci sono ancora gli spaghetti col sugo? L’unica soluzione è farsi portare un altro piatto e non continuare a mangiare nello stesso. Il piatto è l’abbandono e il rifiuto delle vecchie scelte, alla fine l’uomo è un attore, il mondo è un palcoscenico, basta solo indossare un nuovo costume di scena, recitare una parte e andare avanti. 

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