Marialuisa Andaloro
Gabriella Spadaro
"L'arte di scriver storia sta nel saper tirar fuori
da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto;
ma finita la pagina si riprende la vita
e ci s' accorge che quello che si sapeva è proprio un nulla"
Italo Calvino, Il cavaliere inesistente
Italo Calvino è un narratore tra i più significativi del
Novecento italiano; nella costellazione letteraria disegnata dalle sue numerose
opere si ibridano compiutamente vocazioni e temi diversi, dall'impronta
neorealistica degli scritti iniziali a quella allegorico-fiabesca della
produzione più matura.
Nella sua prosa, dove sono accolte e filtrate le più
alte suggestioni del panorama letterario coevo e dove lo scrittore si rivela
spregiudicato sperimentatore di linguaggi e generi, alla lucidità della
descrizione analitica fanno da costante contrappunto il lirismo e l'ironia,
sostanziati da una riflessione profonda e disingannata sul senso ultimo
dell'esistenza umana.Calvino, considerato il più grande favolista per ragazzi
della letteratura del Novecento, era da sempre stato attirato dalla letteratura
popolare e dalle fiabe, che costituiscono la fonte d'ispirazione per i suoi
romanzi.
Già con "Il visconte dimezzato"(1952), il primo libro della
Trilogia Araldica, l'impianto è totalmente fiabesco e la narrazione può essere
letta con funzione allegorico simbolico, che consente al lettore di elaborare
spunti di riflessione e di raggiungere una sorta di equilibrio interiore. La
bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una
cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia,
prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra
gentile, altruista, buona, o meglio "buonista").
Nel secondo libro
della trilogia "Il barone rampante"(1957)Il narratore ripercorre la
lunga vicenda del fratello, Cosimo di Rondò, vissuto nella seconda metà del XVIII
secolo a Ombrosa, in Liguria. Cosimo, per sfuggire a una punizione inflittagli
dai suoi educatori, decide di salire su un albero per non ridiscendere mai più.
Cosimo si costruisce un mondo aereo dove diversi personaggi della cultura e
della politica (Napoleone compreso) lo vanno a trovare, testimoniandogli la
loro ammirazione. Vive anche una tormentata storia d'amore con la volubile
Viola. Cosimo muore vecchio, senza mai discendere in terra: ammalato, in punto
di morte, si aggrappa alla fune di una mongolfiera e scompare mentre
attraversa, così appeso, il mare. Il protagonista de "Il barone
rampante" è un alter ego dello stesso autore, che ha ormai abbandonato la
concezione della letteratura come messaggio politico ed esprime un desiderio di
ribellione e di rivendicazione della propria libertà individuale.
"Il
cavaliere inesistente"(1959), terzo volume della trilogia de "I
nostri antenati" che racconta le gesta di Agigulfo, cavaliere di Carlo
Magno che ha una particolarità: dentro l'armatura non esiste.
Agilulfo è il simbolo dell'uomo "robotizzato", che
compie gesti burocratici con incoscienza quasi assoluta. E' velato da un cupo
pessimismo dietro al quale la realtà appare irrazionale e minacciosa, mentre
evidenzia il tema dell'adempimento delle regole e dei protocolli di cavalleria,
sottolineando l'idea della confusione della propria identità con quella degli
altri e con il mondo esterno. In questa trilogia, Calvino ha espresso metaforicamente tre
diverse esperienze attraverso le quali l'uomo riesce a trovare il giusto
equilibrio tra bene e male,(Il visconte dimezzato"), alienato ("Il
barone rampante") e ridotto a pura apparenza (" Il cavaliere
inesistente").
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