Simone Mazzeo
Ancora ricordo tutto: l’ansia di attendere fuori da quel
portone all’interno del quale sarebbe avvenuta una delle prove più importanti
della mia vita. Una volta entrati mi sono cambiato, solita storia: pantaloni, body e scarpette. Io e tutti i restanti
ragazzi, una trentina in tutto, che avrebbero dovuto effettuare con me l’audizione ci siamo diretti in
sala: cominciato a riscaldarmi, i minuti scorrevano, l’ansia saliva e l’emozione
si impossessava del mio corpo. Entrata Anna Razzi, la direttrice del Teatro San
Carlo, comparve un sorriso enorme sul mio volto. Ero l’ultimo del primo step
della selezione, vi lascio immaginare il mio stato emotivo. Terminata la
preselezione la segretaria uscì e recitò nome dopo nome coloro che avevano
superato la prima preselezione: proprio come la selezione il mio nome era l’ultimo
e prima che lo sentissi ogni nome che non era il mio corrispondeva ad un pugno
nello stomaco. Iniziato il secondo step dell’audizione che consisteva in una
lezione di danza classica nel corso accademico al quale si aspirava di entrare.
Prima di entrare mi ricordai le tre parole che mi ripetevo sempre "Elegante –
Pulito – Energico". Il pianoforte cominciò a suonare e quei passi che danzavo
da una vita ma che sembravano sempre nuovi erano gli stessi che avrebbero
deciso per il mio futuro. Ricordo
benissimo un momento, quasi catartico, nel quale sentivo il mio corpo
leggerissimo e non esistevamo nient’altro che io e la musica. Dopo diagonali ,
salti e pirouettes concludemmo con un inchino e un applauso conclusivo. La
lezione era conclusa e solo tre giorni dopo seppi il risultato. Abbassata la
cornetta la danza che era sta il mio passato ed il mio presente, da quel
momento diventò anche parte fondante del mio futuro. Fui preso al Teatro San
Carlo e un’immensa felicità prese me. Quando salutai Napoli infatti non dissi
un addio, ma un semplice arrivederci.
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