di
Giada Bellavia
Giada Bellavia
Circa un mese fa noi studenti del liceo classico G.B Impallomeni di Milazzo, accompagnati da due docenti e dalla preside, siamo partiti per un viaggio-studio alla scoperta dell'antica Grecia. La gita doveva durare sei giorni, ma, a causa di uno sciopero dei marittimi, siamo rimasti bloccati al porto di Igoumenitsa, dove avremmo dovuto prendere il mezzo che ci avrebbe ricondotti in Italia.
Subito, il tour operator organizzatore del viaggio si è premurato affinché potessimo pernottare in un hotel nella stessa città. La comunicazione dello sciopero ci è stata data nel primo pomeriggio del giorno stesso della partenza, tanto che, trattandosi del primo aprile, abbiamo pensato si trattasse del classico "Pesce d'Aprile!". Non appena scoperto, ahimè, che quello non era assolutamente uno scherzo da parte delle docenti, abbiamo dovuto in qualche modo avvertire dell'accaduto i genitori, che ci hanno calmati e rassicurati, a dispetto di quello che hanno fatto le docenti, forse per il panico momentaneo o per la stanchezza della responsabilità di 43 ragazzi.
Rimanere un giorno in più durante una gita scolastica potrebbe sembrare un' ottima notizia...Sì, ma in altre circostanze. In un paese costellato di scioperi, grandi cambiamenti in corso e manifestazioni di protesta, infatti, sembra un po' azzardato portare una scolaresca, soprattutto se la maggioranza è formata da donne. Ma ritornando a parlare dell'"avventura", così definita da noi liceali, è stato davvero un viaggio estenuante, forse mai cominciato, con poco divertimento e tempo libero. L'ultimo giorno, durante la permanenza ad Igoumenitsa, ci siamo tutti più uniti e divertiti. Alcuni tra i ragazzi erano infatti, molto contenti di non dover subito tornare alla routine scolastica, altri però erano davvero preoccupati, dato che lo sciopero è stato definito "ad oltranza".
L'attesa era snervante. Non avevamo informazioni che ci rassicurassero e non potevamo dare notizie certe ai nostri genitori che, preoccupati, hanno bombardato di telefonate e fax il tour operator. Tutti erano pronti a dare consigli su un'eventuale partenza alternativa. Si era pensato di partire da un porto dell'Albania, a sole due ore da lì, o addirittura tornare al porto di Patrasso, lontano quattro ore dal luogo dove ci trovavamo. Niente di tutto ciò, però, era fattibile. Avevamo bisogno di più soldi e documenti, che però non avevamo. A quel punto, dopo una mattinata di shopping tra specialità e tipicità tutte greche abbiamo passato l'ultimo giorno in tranquillità. Il caldo estivo ha portato anche alcuni di noi in spiaggia, dove non abbiamo esitato a scattare qualche foto da far invidia a chi stava a casa.
Questo episodio ha suscitato scalpore anche nella nostra città e i giornali locali non hanno perso l'occasione per scrivere articoli su quest'avventura, descrivendoci quasi come degli eroi. Finiti in prima pagina, ormai tutti conoscevano cosa ci stava capitando. "Sembra una barzelletta" ci dicevano. Ora a distanza di qualche giorno possiamo soltanto raccontare questa come un'esperienza e riderci anche su. E' stato davvero strano, per noi, questo fuori programma in un paese straniero ma con uno zaino in spalla, non ci è rimasto altro che aspettare che lo sciopero finisse. Adesso riecheggia il ricordo di un'avventura più o meno costruttiva e non ci resta che chiudere con una citazione di Edgar Allan Poe “Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato„.
Subito, il tour operator organizzatore del viaggio si è premurato affinché potessimo pernottare in un hotel nella stessa città. La comunicazione dello sciopero ci è stata data nel primo pomeriggio del giorno stesso della partenza, tanto che, trattandosi del primo aprile, abbiamo pensato si trattasse del classico "Pesce d'Aprile!". Non appena scoperto, ahimè, che quello non era assolutamente uno scherzo da parte delle docenti, abbiamo dovuto in qualche modo avvertire dell'accaduto i genitori, che ci hanno calmati e rassicurati, a dispetto di quello che hanno fatto le docenti, forse per il panico momentaneo o per la stanchezza della responsabilità di 43 ragazzi.
Rimanere un giorno in più durante una gita scolastica potrebbe sembrare un' ottima notizia...Sì, ma in altre circostanze. In un paese costellato di scioperi, grandi cambiamenti in corso e manifestazioni di protesta, infatti, sembra un po' azzardato portare una scolaresca, soprattutto se la maggioranza è formata da donne. Ma ritornando a parlare dell'"avventura", così definita da noi liceali, è stato davvero un viaggio estenuante, forse mai cominciato, con poco divertimento e tempo libero. L'ultimo giorno, durante la permanenza ad Igoumenitsa, ci siamo tutti più uniti e divertiti. Alcuni tra i ragazzi erano infatti, molto contenti di non dover subito tornare alla routine scolastica, altri però erano davvero preoccupati, dato che lo sciopero è stato definito "ad oltranza".
L'attesa era snervante. Non avevamo informazioni che ci rassicurassero e non potevamo dare notizie certe ai nostri genitori che, preoccupati, hanno bombardato di telefonate e fax il tour operator. Tutti erano pronti a dare consigli su un'eventuale partenza alternativa. Si era pensato di partire da un porto dell'Albania, a sole due ore da lì, o addirittura tornare al porto di Patrasso, lontano quattro ore dal luogo dove ci trovavamo. Niente di tutto ciò, però, era fattibile. Avevamo bisogno di più soldi e documenti, che però non avevamo. A quel punto, dopo una mattinata di shopping tra specialità e tipicità tutte greche abbiamo passato l'ultimo giorno in tranquillità. Il caldo estivo ha portato anche alcuni di noi in spiaggia, dove non abbiamo esitato a scattare qualche foto da far invidia a chi stava a casa.
Questo episodio ha suscitato scalpore anche nella nostra città e i giornali locali non hanno perso l'occasione per scrivere articoli su quest'avventura, descrivendoci quasi come degli eroi. Finiti in prima pagina, ormai tutti conoscevano cosa ci stava capitando. "Sembra una barzelletta" ci dicevano. Ora a distanza di qualche giorno possiamo soltanto raccontare questa come un'esperienza e riderci anche su. E' stato davvero strano, per noi, questo fuori programma in un paese straniero ma con uno zaino in spalla, non ci è rimasto altro che aspettare che lo sciopero finisse. Adesso riecheggia il ricordo di un'avventura più o meno costruttiva e non ci resta che chiudere con una citazione di Edgar Allan Poe “Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato„.
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