Sgomento e incredulità nel popolo romano
"Vere Caesar mortuus est"
Cesare è morto, vittima di un complotto organizzato dal suo stesso figlio adottivo e capeggiato da senatori vari e alcuni pretori. Mai l'istituzione del Senato era stata oltraggiata con il sangue
di
Enea Miraglia
Enea Miraglia
“In quante età future questa nostra scena sublime verrà recitata,
in stati ancora non nati e con accenti ancora sconosciuti"
Shakespeare
“Vere Caesar mortuus est”: così si è espresso Antistione, il
medico incaricato, secondo la
Lex Aquila , dell'autopsia al corpo di Cesare. Sgomento e
incredulità sono immediatamente percepibili da queste parole, che segnano il
tramonto definitivo dell'epopea di uno dei più grandi condottieri dei nostri
tempi. Nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire questa
frase. Cesare è morto, vittima di un complotto organizzato dal suo stesso
figlio adottivo e capeggiato da senatori vari e alcuni pretori.
Mai
l'istituzione del Senato era stata oltraggiata con il sangue, ma neanche il
rispetto per la domus proprio di tutti i romani ha potuto fermare il desiderio di morte dei crudeli assassini, ognuno dei quali ha voluto infiggere il proprio colpo al
corpo di Cesare rivestito dalla candida toga. Mai un giorno di festa, come le
Idi di Marzo, è stato offuscato da un sacrilegio tanto grande. Neppure il
rispetto verso gli dei ha potuto fermare la brama di sangue degli orridi
congiurati. Mai un glorioso sovrano è stato ucciso nell'atto di adempiere le sue
funzioni, ma neanche il rispetto dell'operosità umana ha potuto fermare il
desiderio di violenza di romani egoisti. Roma oggi non solo
ha perso il suo capo, ma soprattutto ha perso la sua libertà e i suoi più cari
costumi. La politica si è macchiata di un crimine che non le rende onore, di un
crimine che ne dissolve i fondamenti più saldi, di un crimine che la
destabilizzerà, mettendo a serio rischio la nostra patria. Ma essa non se ne
accorge perché ha gli occhi sbarrati dalla cupidigia del potere, che ad un'analisi superficiale e poco obiettiva sembrava essergli tolto da Cesare.
Proprio Cesare, quell'uomo che, con virtù e coraggio, riuscì a conquistare il
potere per metterlo al servizio del popolo romano. Cesare, lo stesso uomo che ha
adottato una nuova politica economica, favorevole allo sviluppo di Roma, che ha
varato nuovi provvedimenti nel campo architettonico per la riorganizzazione e
l'abbellimento dell'Urbe e che, sotto il nome della dittatura, ha rafforzato la
politica estera e l'esercito romano.
A niente sono serviti per la politica senatoria tutti questi provvedimenti, odiati per essere stati adottati senza la propria autorizzazione. O Zeus, è proprio vero che il potere logora chi non ce l'ha. Lo logora fino al punto di macchiarsi dei crimini più grandi per riottenerlo, senza comprendere che un potere macchiato a nulla serve, se non al male di se stessi. La morte di Cesare è vero che ha ucciso un uomo solo, ma col tempo ne ucciderà molti, prima i suoi esecutori, poi i suoi mandanti, perché essa mai potrà essere accettata senza sgomento dai romani, né giammai dalla storia, la cui pagina odierna è una tra le più buie di sempre.
A niente sono serviti per la politica senatoria tutti questi provvedimenti, odiati per essere stati adottati senza la propria autorizzazione. O Zeus, è proprio vero che il potere logora chi non ce l'ha. Lo logora fino al punto di macchiarsi dei crimini più grandi per riottenerlo, senza comprendere che un potere macchiato a nulla serve, se non al male di se stessi. La morte di Cesare è vero che ha ucciso un uomo solo, ma col tempo ne ucciderà molti, prima i suoi esecutori, poi i suoi mandanti, perché essa mai potrà essere accettata senza sgomento dai romani, né giammai dalla storia, la cui pagina odierna è una tra le più buie di sempre.
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