SOCIALI O IN SOLITUDINE?
Carmelo Caizzone IV B Liceo Classico
Chissà se gli antichi indiani d’America,
che utilizzavano i segnali di fumo, avrebbero mai immaginato che un giorno nel
lontano futuro per comunicare sarebbe bastato un “click”. Eppure la storia è
caratterizzata, soprattutto nell’ultimo secolo, da un progresso tecnologico non
indifferente, che ha dato modo a chiunque di potersi “incontrare” virtualmente
anche da New York fino a Singapore. Le grandi novità del XXI secolo sono i
social network, come Facebook e Twitter, tramite i quali qualsiasi
persona può pubblicare online le proprie esperienze di vita quotidiana.
Tuttavia quelle foto “postate” perdono il loro autentico significato perché il
più delle volte troppo banali. La fotografia in effetti, così come affermava il
naturalista francese Èmile Zola, è testimonianza della realtà, dà prova che
qualcosa sia stata vista; oggi invece è Facebook
a prefiggersi tale compito. Jungenson domanda: “Siamo così presi dal pubblicare
la nostra vita su Facebook da dimenticarci di viverla nel presente?”. Le
risposte sarebbero troppe e diverse l’una dall’altra ma, indipendentemente dal
modo di pensare, è palese che Facebook sia diventato un’ossessione, quasi una
droga per i più, infatti provoca una vera e propria “assuefazione”. Il
giornalista Venturi a tal proposito propone in un articolo su “Repubblica” l’esperimento messo a punto
da una docente di Lettere per la sua classe liceale, ovvero l’astinenza dalla
tecnologia per qualche giorno. Questo permette di capire quanto l’influenza
della scuola possa giovare in tal senso; sarebbe opportuno che talvolta gli
insegnanti incoraggiassero gli studenti ad utilizzare enciclopedie cartacee per
le ricerche in sostituzione di Wikipedia
o altri siti internet. Facebook ha un potere molto forte, Bauman lo paragona ad
un rasoio, ad un’arma a doppio taglio; è uno strumento spesso usato male, ci
mette in contatto ma ci rende più deboli, basti pensare a Breivik, che, prima
della strage da lui compiuta, aveva avvertito su Facebook, ma nessuno si è accorto del suo folle messaggio. D’altra
parte però i vantaggi dei social network sono infiniti; come afferma Alec J.
Ross, consigliere all’innovazione di Hilary Clinton, “i new media spostano
potere dalle gerarchie ai cittadini”, infatti nella Primavera araba Facebook e Twitter hanno giocato un ruolo determinante. Inoltre la novità è
che il popolo può comunicare con i governanti, che si abbandonano sempre più
all’utilizzo della tecnologia, fornendo spunti di dibattito su argomenti
inerenti le problematiche dello Stato. Dal momento che negli ultimi anni i
social hanno letteralmente spopolato tra giovani e adulti, un agente
immobiliare di San Francisco, così come riportato dal giornalista Danna ne “La Lettura”, supplemento del “Corriere della Sera”, ha avuto l’idea
di creare un servizio online, “Klout”,
che contiene un algoritmo capace di aggregare le attività degli utenti sulle
piattaforme social e valutarle con un punteggio. Questo servizio, molto
interessante, arriva in aiuto a chi necessita informazioni di qualunque genere
riguardo a locali per mangiare o a luoghi d’interesse particolari. È opportuno
rivalutare l’importanza dei social, in quanto questi potrebbero offrire delle
occasioni positive, ma ciò deve essere comunque fatto nei limiti del buon
costume, perché le azioni sbagliate talvolta espongono a rischi molto alti.
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