La zia marchesa di Simonetta Agnello Hornby
Michela Saporita IV B Liceo Classico
La storia ruota attorno a
Costanza, figlia del barone Domenico Safamita, che dopo la nascita viene rifiutata dalla madre. La neonata viene affidata ad una balia, Amalia Cuffaro, che si prende
cura della bambina diventando sua amica. La bimba cresce bene, un po’
riservata, condividerà la maggior parte
del suo tempo con la servitù cucendo e ricamando. In famiglia vivono
anche i fratelli per i quali Costanza prova
molto affetto, soprattutto per Stefano, il più grande, e per il padre che
invece ha per lei una notevole predilezione perché è quella che sente più
vicina a lui e più adatta a gestire il patrimonio del casato. Il Barone non si
sbaglia: infatti i figli maschi si rivelano una completa delusione, poiché
Stefano si innamora di una donna non nobile e Giacomo, il figlio
minore, sposa Adelaide Lattuca
e appare invidioso
per
le ricchezze ereditate dalla sorella dopo la
morte del padre. Giacomo, non solo minaccerà Costanza, chiamandola “’u malu pilu”
e “bastarda” ma le mette anche le mani
intorno al collo cercando di ucciderla. Successivamente, la donna si sposa con il marchese Pietro Patella di Sabbiamena, attratta dai
modi cortesi e dall'eleganza
dell'uomo. Il problema, però, è
che il marchese non la ama, infatti durante i primi anni di
matrimonio tradisce continuamente la moglie anche dentro le mura del loro
palazzo.
La
protagonista, Costanza, è una cantante e musicista dotata, è buona,
intelligente, benevola con i familiari, disposta al perdono. Ha i capelli rossi e il viso pieno di
lentiggini. Tra gli altri personaggi ricordiamo i fratelli Giacomo e
Stefano, il padre Domenico Safamita, e, non meno importante, la balia Amalia.
La narrazione
avviene per bocca di Amalia che, dopo la
morte di Costanza, si ritira con una nipote alla Montagnazza, una sorta di
loculo per vivi, in provincia di Agrigento. Qui, nell’affaccendarsi lento e
noioso nella grotta adibita ad abitazione, racconta alla nipote Pinuzza le
vicende di Costanza e della famiglia Safamita. La ricchezza, le avversità, gli amori
si svolgono fra detti popolari e proverbi rivelando la saggezza, l’ignoranza e
la cattiveria intrise di povertà. Il periodo storico è quello dell’unità
d’Italia, della deposizione del regno delle due Sicilie, della nascita di
cosche, germogliate dal malcontento popolare, culla della mafia che si
andava formando.
La storia inizialmente può
sembrare piatta, senza colpi di scena, ma in seguito la vicenda comincia a
farsi intrigante. L’amore del padre verso la figlia è un aspetto del libro che
colpisce molto. Infatti un padre che dice alla
propria figlia che prima di tutto deve amare se stessa per poter essere
apprezzata dagli altri e che solo amandosi, pensando a se stessa, potrà essere
amata, è un padre ammirevole, diverso ed amorevole. Accanto al lato
sentimentale e riflessivo, colpisce il lato comico caratterizzato da molti
proverbi siciliani che, oltre a divertire, fanno pensare molto. Consiglio il
libro a chi ha bisogno di una lettura leggera e
divertente.
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