sabato 21 febbraio 2015



La Zia marchesa di Simonetta Agnello Hornby



Zullo Francesco V A Liceo Classico


“La Zia marchesa” è un romanzo scritto da Simonetta Agnello Hornby , edito nel 2004.
Ambientato nella Sicilia di fine 800, racconta di Costanza Safamita, unica figlia femmina di una ricca famiglia di proprietari terrieri, tanto amata e protetta dal padre, il barone Domenico, quanto rifiutata dalla madre.
Con la sua chioma di capelli rossi ed il suo aspetto fisico diverso dallo stereotipo siciliano, cresce tra le persone di servizio, fra l’orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquanto ridotte della vita in provincia.
Sarà lei, per volere del padre, ad ereditare le sostanze ed il prestigio della famiglia.
Affronterà la mondanità palermitana ed una vita coniugale in equilibrio tra l’amore verso il marito e l’impossibilità di abbandonarglisi, saprà affrontare i capimafia e contenere lo sfascio della famiglia.
La ricchezza, le avversità, gli amori raccontati, si svolgono tra detti popolari e proverbi rivelandone la saggezza, l’ignoranza e la cattiveria intrise di povertà.
Il periodo storico, vede dapprima l’Unità d’Italia, la deposizione del Regno delle Due Sicilie, la nascita di cosche, germogliate dal malcontento popolare, culla della Mafia che proprio ora si andava a formare.
L’assassinio di nobili eredi di latifondi chiude la parentesi storica che accompagna i 36 anni di vita di Costanza.
Lettura piacevole, con molte citazioni in siciliano, che obiettivamente sono risultate più comprensibili del previsto. Sicuramente la prima parte è statica e noiosa, ma poi si arricchisce, dando maggiore movimento e dinamismo. Non poteva mancare il solito “ porco”, ovvero colui che commette angherie, stupri e violenze col fine di mangiare e guadagnarsi da vivere.
Ci si immedesima perfettamente nella realtà grazie soprattutto all’abilità stilistica dell’Agnello Hornby.  Particolare del racconto sono le donne che si ritrovano nella stanza del cucito, sapendo tutto di tutti, spettegolando a destra ed a manca, per ore ed ore, poi nessuno sa nulla, nessuno parla.
La cosa che mi ha colpito di più è stato l’amore di Domenico Safamita nei confronti dell’unica figlia femmina Costanza preferendola ai figli maschi. Un amore al di sopra di tutto. Un padre che sceglie la propria figlia come unica erede della famiglia Safamita. Un padre che dice alla propria figlia di amare prima se stessa, per poter essere apprezzata dagli altri. Solo amandosi, pensando a se stessa, potrà essere amata. Così diventerà una donna amabile, bella, affascinante e passionale e darà lustro alle sue innumerevoli qualità rendendole evidenti grazie alla sicurezza in se stessa. Così fu, come dicono i siciliani.
Non è il più bel libro che ho letto, ma fa riflettere e dà più di quanto si pensi durante la lettura.   

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