domenica 25 gennaio 2015



Commento personale all’intervista ad 

Andrea Camilleri “il maestro senza regole


Mariagrazia Maimone VB Liceo Classico


In occasione dell’ottantanovesimo compleanno di Camilleri, Teresa Mannino ha guidato i tanti telespettatori alla scoperta del maestro senza regole. Presentatasi  nell’Auditorium il giorno della presentazione di “Inseguendo un’ombra” Teresa Mannino  si autoinvita a casa del grande scrittore, dicendogli di volere conoscere i segreti della comicità, ma mirando in verità a scoprire tutto di lui. Nella vita dello scrittore una grande importanza ha rivestito la nonna Elvira; è stata proprio lei a far nascere in lui la fantasia e la voglia di raccontare prendendo spunto da qualunque cosa ci fosse attorno a loro. Per Camilleri la scrittura non è mai stata una fatica; il suo ideale, come dice nell’ intervista, è quello della trapezista che nell’esibirsi  non mostra il duro lavoro che c’è dietro; la sua scrittura non deve mai degenerare in lavoro. Ricordando gli anni liceali, Camilleri racconta di un suo professore a cui era molto grato non solo per le sue lezioni, ma soprattutto per ciò che gli aveva trasmesso; parla di lui in maniera toccante come un maestro di vita che gli aveva spiegato cosa fosse la libertà, quella libertà che gli era negata al tempo del fascismo e per cui era costretto ad indossare la camicia nera. Camilleri non è stato mai attaccato a nulla nel profondo del suo essere, se non agli affetti. L’unica sua paura è quella di perdere gli affetti. Mito indiscusso della famiglia Camilleri è Rosetta, l’altra metà dello scrittore. Il loro è un rapporto che, nonostante gli acciacchi, ha retto nel tempo. Grande passione di Camilleri è anche il teatro; incontrando alcuni degli allievi del maestro, Teresa Mannino ci permette di andare più in fondo, per poterlo conoscere ancora meglio. “Se non sai raccontare un sogno è meglio non farlo il regista”: era questo quello che diceva ai suoi allievi. Più che un maestro, per loro Camilleri era un consigliere, severo e accurato. Ciò che più colpisce e commuove dell’intervista è il momento in cui Camilleri ci parla del padre che “ non gli insegnò nulla  se non di essere quel che è”; essere vero, essere se stessi è infatti la cosa più bella che ci sia.


“Il cane di terracotta” 

di Andrea Camilleri



L’inchiesta prende le mosse da un’indagine riguardante un traffico d’armi in cui è coinvolta la nuova generazione mafiosa. Sarà un vecchio latitante mafioso, non sentendosi rispettato dalle nuove generazioni, a rivelare al commissario Montalbano questo losco affare. Queste armi venivano riposte  in una grotta dove cinquanta anni prima erano stati nascosti i cadaveri di due giovani amanti, disposti abbracciati e sorvegliati da un cane di terracotta. Risolta la questione del traffico d’armi, il commissario ricostruirà la storia dei due giovani, Mario e Lisetta, anche grazie all’aiuto del preside Burgio e di sua moglie. Il padre di Lisetta nutriva nei confronti della figlia un sentimento tutt’altro che paterno e la ostacolava nel suo amore per Mario, un giovane soldato. Un giorno Lisetta scappa di casa, rifugiandosi insieme a Mario a casa di Lillo, suo amico e  proprietario della grotta...
Caratterizzazione dei personaggi:
- Montalbano è il protagonista dell’inchiesta, uomo intelligente, astuto, rispettato anche dai suoi “nemici”, romantico, amante della buona cucina ma soprattutto amante della verità che riesce sempre a scoprire impegnandosi nel suo lavoro e per questo trascurando la povera Livia.
- Catarella, “lento a capire e lento ad agire”, rappresenta certamente la parte comica dell’inchiesta. Un personaggio particolare che, storpiando i nomi, riesce a strappare ai lettori piacevoli risate
- Fazio è ispettore del commissariato, ha un  ruolo fondamentale nella risoluzione dei casi, uomo fidato, furbo, ha un ottima intesa con il commissario.
- Mimì Augello è amico ed il vice del commissario con cui condivide l’attrazione per le belle donne, è un personaggio permaloso che spesso si scontra con lo stesso Montalbano.
- Tano è un mafioso latitante, decide di farsi arrestare, disturbato dalle nuove generazioni mafiose. Nutre rispetto per il commissario, che monterà una messa in scena per far credere il suo arresto frutto delle indagini e non della volontà del mafioso.
- Mario e Lisetta sono due giovani innamorati, vissuti durante il periodo della seconda guerra mondiale. Il loro amore continuerà anche dopo la morte.

Una lettura avvincente, in cui appare la Sicilia dell’onore e dell’orgoglio rappresentata da Tano, ma anche la Sicilia con le sue tradizioni, come quelle culinarie rappresentate da Adelina, e che non manca di riferimenti culturali come quello del cane di terracotta il cui spunto è ispirato al Corano. Non tanto la questione del traffico d’armi quanto la ricostruzione della vicenda dei due giovani mi ha appassionata. Quello di Mario e Lisetta è un amore profondo per il quale hanno dovuto lottare e che li ha condotti alla loro morte, ma non a quella del loro amore. Una storia che trova le sue radici durante la seconda Grande Guerra, ma molto attuale. Camilleri ha saputo fondere passato e presente anche con un tocco di comicità, in modo affascinante. Tra l’altro anche il coinvolgente linguaggio utilizzato costituisce un invito alla lettura.

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