martedì 27 gennaio 2015





Commento personale all’intervista ad 

Andrea Camilleri “il maestro senza regole”


Emanuele Crisafulli III B Liceo Classico


Giorno 6 settembre 2014 in occasione del compleanno di Andrea Camilleri, è andato in onda su Rai 1 un programma a lui dedicato diretto dall’attrice Teresa Mannino. Il programma comincia con il viaggio dell’attrice verso l’Auditorium “Parco della Musica” a Roma, dove si sarebbe svolta la presentazione dell’ultimo libro scritto da Andrea Camilleri “Inseguendo un’ombra”. Arrivata a destinazione ed incontrato l’autore, Teresa riesce ad organizzare un’intervista nella casa di Camilleri a Roma. Nel corso del programma Camilleri racconta varie vicende che hanno segnato la sua adolescenza e la sua carriera da scrittore. Ed è proprio ricordando queste vicende che l’autore dà numerosi insegnamenti di vita ai suoi ascoltatori. Nell’intervista Camilleri cita l’importanza del suo professore di Liceo, Emanuele Cassesa, che descrive come un genio sia umanamente che didatticamente. In periodo fascista, date le varie restrizioni che il regime imponeva, Camilleri racconta che Cassesa gli spiegò cosa fosse in realtà la libertà e cosa significasse perderla. Le sue lezioni erano ricche di ideali: i giusti comportamenti ed il rispetto dovevano per lui essere alla base della formazione di un uomo. Oggi, sono forse proprio questi gli aspetti che la società trascura: il rispetto e l’educazione alla base di ogni formazione scolastica. Camilleri racconta anche del ruolo che ebbe il padre nella sua vita, il quale, come ha scritto nella dedica de “Il corso delle cose”suo primo libro, “non seppe insegnargli nulla se non di essere quello che è”. Ciò che Camilleri, secondo me, vuole trasmettere con le sue parole è un invito a formare la nostra persona sugli ideali dell’amore, dell’essere se stessi e del rispetto e, più in particolare, ci invita a trascorrere la nostra vita in modo semplice e spontaneo per come ci è offerta.


“La danza del gabbiano”

di Andrea Camilleri



Un Montalbano messo sempre più a dura prova. Il quindicesimo romanzo di Andrea Camilleri dedicato al commissario di Vigàta, “La danza del gabbiano” si apre nell’alba di una giornata primaverile, con l’agonizzante ballo di un gabbiano. Montalbano nella visione stenta a credere che un uccello possa morire in tal modo: contorcendo il collo, battendo le ali e ruotando su se stesso. Questa vicenda è un brutto presagio per Montalbano al punto da allarmarlo quando viene a conoscenza della sparizione del fidato collega Fazio. Il commissario parte alla ricerca di una traccia e finisce per dimenticare che Lidia lo sta aspettando a casa per pranzo. Fazio era stato visto l'ultima volta al molo e, a sua moglie, aveva riferito di avere un impegno di lavoro, quando in realtà era stato un uomo misterioso a dargli appuntamento. Un tale Manzella, a detta di Catarella, aveva provato a mettersi in contatto con lui per tutta la settimana. Forse aveva denunciato il "contrabbando" di cui era venuto a conoscenza, o forse voleva solo coinvolgerlo in una storia ancora più complicata.

Non è presente alcun riferimento temporale, ma si desume che il romanzo sia ambientato al giorno d’oggi, nell’immaginaria città di Vigata, che nella realtà corrisponde a Porto Empedocle. Il ritmo narrativo è sia veloce che in equilibrio, poiché si alternano sequenze narrative a sequenze dialogiche. È  presente l’intreccio, poiché sono presenti dei flashback. La voce narrante è prevalentemente esterna e diventa interna nei momenti di riflessione del commissario.

Caratterizzazione dei personaggi

- Salvo Montalbano: protagonista della serie dei romanzi gialli di Andrea Camilleri, nonché il commissario di polizia di Vigata. Dal romanzo in questione si evince come il peso dell’età gravi sul commissario e come, d’altra parte, vengano sempre più richieste le sue capacità investigative.  
- Livia Burlando: fidanzata di Montalbano. Si nota come tra i due amanti ci sia un rapporto non sempre dei migliori, dove infine prevale comunque l’amore reciproco. Livia, in questo romanzo, è inoltre la prima a far notare a Montalbano il passare del tempo, riferito alla sua età ormai avanzata.
- “Mimì” Augello: vice-commissario di polizia, nonché fidato amico di Montalbano.
- Giuseppe Fazio: ispettore del commissariato di Vigata. Nella vicenda che lo vede protagonista si rivela pronto e astuto in ogni situazione.
- Agatino Catarella: agente del commissariato di Vigata. Nel racconto è caratterizzato dai suoi goffi comportamenti e giochi di parole. Si rivela spesso una figura importante nello svolgersi delle indagini.
- Pasquano: medico legale. Spesso burbero nei confronti di Montalbano.
- Filippo Manzella: amico d’infanzia di Fazio.
- Franco Sinagra: artefice di un traffico d’armi. È descritto come una persona violenta e molto gelosa, pronta a tutto per raggiungere i propri scopi.

Dopo aver letto il libro “La danza del gabbiano” mi sono soffermato in particolare su come, nel corso dell’indagine, le capacità investigative di Montalbano vengano messe a dura prova. Il commissario è ormai un uomo stanco e disilluso, probabilmente a causa dell’età avanzata che  molti cercano ironicamente di fargli notare. Montalbano di fronte alla strana danza di un gabbiano morente resta profondamente turbato e riflette su come l’agonia possa tanto somigliare a una danza, banalizzando così anche la morte stessa. La vicenda della scomparsa di Fazio fa invece notare come il commissario riesca ancora a sopportare la responsabilità e l’angoscia di dover ritrovare vivo un suo caro amico. È proprio tutto questo che mette a dura prova le capacità di Montalbano che, nonostante i risultati poco incoraggianti all’inizio dell’indagine, affronta i relativi problemi con le qualità che da sempre lo contraddistinguono: l’ingegno e l’astuzia.

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