martedì 27 gennaio 2015



Commento personale all’intervista ad 

Andrea Camilleri  “il maestro senza regole”

 

Chiara Composto III B Liceo Classico


“Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro”. Questo è un aforisma di Andrea Camilleri, noto scrittore siciliano, creatore dell’amatissimo commissario Montalbano che ha venduto trenta milioni di libri in tutto il mondo e le cui opere sono state tradotte in 35 lingue.     Rai uno ha voluto rendere omaggio a questo famosissimo scrittore nel giorno del suo ottantanovesimo compleanno con un film/documentario dal titolo “Il maestro senza regole” condotto da Teresa Mannino. Con il progetto scolastico di lettura abbiamo avuto il piacere di vedere l’intervista potendo cogliere molti spunti di riflessione. Teresa inizialmente mira a conoscere meglio i meccanismi della comicità. Camilleri l’accoglie nel suo piccolo studio dove si sente ‘coccolato dai libri’. Racconta che inizia a scrivere la mattina molto presto, dopo aver riorganizzato le idee. La sua casa è molto piccola, una casa normale che ben si addice alla sua semplicità, pur essendo un grande scrittore. Il suo ideale di vita è quello di una trapezista del circo che è leggera e non fa trasparire la fatica; così Camilleri  vuole nascondere la fatica della scrittura e trasmettere solo il piacere della lettura. Il suo romanzo preferito è il “Re di Girgenti”, romanzo storico. La passione per la scrittura gliela trasmise sua nonna Elvira, con la quale aveva un bellissimo rapporto, gli apriva la fantasia. I ricordi più cari sono legati alla Sicilia, in particolare a Porto Empedocle, sua città natale, al rumore del mare e alla Scala dei Turchi. Lo scrittore confessa che non è la morte a spaventarlo ma la perdita degli affetti. Un valore che possiamo cogliere è quello degli affetti, dell’amore verso la moglie che dopo sessant’anni non è cambiato e del rapporto con il padre che gli insegnò ad essere quello che è e a cui dedicò il suo primo romanzo. Un’altra frase che mi ha colpita è stata: “All’atto della nascita ti danno un biglietto dove è compreso tutto, la malattia, il piacere, la giovinezza, la vecchiaia e anche la morte, non ti puoi rifiutare”. Si evince l’importanza della vita che deve essere vissuta con la consapevolezza che c’è un inizio ed una fine e tutti siamo destinati a morire. Intervista davvero emozionante e commovente, che merita di essere vista almeno una volta. Inizia cosi il nostro percorso di lettura con un grande bagaglio di informazioni sull’autore, sulle sue passioni, sulla sua vita. Non resta che augurarci una buona lettura!

        “Il quarto segreto

 di Andrea Camilleri



Il libro tratta di un delitto su cui indaga il commissario Salvo Montalbano, in servizio a Vigata, cittadina sul mare in provincia di Montelusa, a cui è arrivata una lettera anonima su dei futuri omicidi. Il romanzo inizia con il commissario che sta facendo un brutto sogno, dove il protagonista è Catarella che muore in uno scontro a fuoco con dei delinquenti. Montalbano non crede ai sogni premonitori ma sarà smentito dall’avventura che sta per vivere quando comincerà le sue indagini relative alla morte, che si vorrebbe far passare per una disgrazia, di un clandestino albanese, di nome Puka, in un cantiere edile. In seguito si scoprirà che in realtà non è un clandestino albanese ma un infiltrato dell’Antimafia.  I carabinieri del maresciallo Verruso hanno già iniziato le indagini e Montalbano collaborerà con loro, ma fondamentale per risolvere il caso sarà l’aiuto di Catarella con cui il commissario condividerà quattro segreti.
Non c’è alcun riferimento al tempo in cui si svolge la vicenda che si può collocare ai giorni nostri  a Vigata. Il ritmo narrativo alterna momenti veloci con sequenze narrative a momenti più lenti con sequenze descrittive ed in equilibrio con sequenze dialogate. La vicenda segue l’intreccio. La voce narrante è esterna. Camilleri tratta in questo romanzo argomenti di attualità quali il lavoro nero, l’immigrazione clandestina, l’interessamento di famiglie mafiose nel settore edile, la collusione e la complicità tra politici e mafiosi. Una peculiarità del romanzo è l'uso di un italiano fortemente contaminato da elementi della lingua siciliana e l'ambientazione siciliana particolarmente curata.
 
Caratterizzazione dei personaggi
 
-  il commissario Montalbano protagonista della serie, brusco ma serio e responsabile sul lavoro, molte volte aperto e gentile con le persone di cui si fida, ha un amore particolare per la cucina; 
- Livia fidanzata storica di Montalbano, con cui vive una storia a distanza molto conflittuale;
- Domenico Augello, detto "Mimí", grande amico di Montalbano, è il vice commissario di polizia a Vigata, conosciuto per le numerose conquiste femminili,  segue  a volte con molte critiche i  metodi di investigazione "poco tradizionali" di Montalbano;
-  l'ispettore capo Giuseppe Fazio è uno dei principali collaboratori del commissario, di carattere riservato e dotato di acuto istinto poliziesco, è la persona con cui il commissario s'intende di più, spesso semplicemente con uno sguardo, è particolarmente attento durante le sue ricerche a specificare tutti i dati anagrafici di un indagato;
 - l'agente Catarella è il centralinista al Commissariato di Vigata, personaggio dalle limitate capacità intellettive, fortemente caratterizzato per il suo linguaggio contorto, con cui storpia il più delle volte le parole, ma ha grande sensibilità ed umanità, spesso tocca a lui avvisare il commissario del delitto di turno precipitandosi nel suo ufficio e sbattendo la porta, sorprendentemente si rivela ben presto un valente esperto di informatica e come tale viene spesso utilizzato nelle indagini;
- Nicolò Zito è un giornalista di ‘Retelibera’, una televisione locale, è un amico di lunga data di Montalbano che spesso ne richiede la collaborazione e gli restituisce il favore concedendogli interviste e notizie in esclusiva;
- Verruso è il comandante dei carabinieri di Montelusa, collaborerà con Montalbano per risolvere il caso;
- Alfredo Corso è il responsabile della ditta appaltatrice dei cantieri ‘Santa Maria’, teatro degli omicidi, persona ragionevole e caritatevole;
-  Caterina Corso è la figlia di Alfredo e la sua segretaria;
- Vincenzo Scipione, detto ‘u zuCecè’, è il mafioso che gestiva l’organizzazione ed il guadagno dei cantieri;
- Angelo Piluso è il  guardiano del cantiere.

Mi è piaciuto molto leggere questo libro perché ho trovato che la storia, i delitti, le vicende personali ed anche le parti  comiche siano ben amalgamati. Personalmente non avevo mai letto nessun libro di Camilleri e ho trovato un po’ di difficoltà, inizialmente, per il dialetto siciliano. Ho apprezzato l’immagine della nostra Sicilia, nei luoghi e nel cibo, e la bravura di Montalbano nel risolvere i casi. Si possono cogliere i sentimenti di fratellanza, di compassione, di aiuto e di amicizia, nonostante i mondi di appartenenza siano diversi. Nei libri c’è il tocco di Camilleri che, secondo me, si nasconde dietro ogni personaggio, ogni riflessione, ogni piccola caratteristica. Montalbano infatti rappresenta bene le passioni di Camilleri: le donne, la cucina e l’amore per la Sicilia. Continuerò a leggere senza dubbio qualche altro libro del maestro Camilleri.

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