martedì 27 gennaio 2015




Commento personale all’intervista ad 

Andrea Camilleri 

“il maestro senza regole”


Mario Gazzotti III B 

Liceo Classico



Andrea Camilleri, sregolato maestro letterario e fautore della sicilianità schietta e genuina viene riscoperto e forse anche compreso dalla simpatica Teresa Mannino, con la quale condivide le sue esperienze di vita. Riscopriamo più che l’autore la persona e viaggiamo per i luoghi che hanno lentamente e saldamente forgiato i valori, l’etica, la morale e quindi il pensiero razionale dell’autore. Camilleri è nato a Porto Empedocle, figlio dell’arida terra della Sicilia sud-orientale,  da piccolo ebbe l’occasione di conoscere Luigi Pirandello, e solo alla veneranda età di 72 anni apprese che lo sconosciuto che si presentò alla porta di casa fu il grande poeta siciliano che tanto ha condizionato la poetica siciliana e italiana. I natali del pensiero di Camilleri avvengono nel liceo classico di Porto Empedocle, dove tuttora il busto di Empedocle veglia sugli studenti, studenti ispirati dal fatto di avere come predecessore, per l’appunto, il grande maestro, se può essere così definito… Il maestro fu formato concretamente dal suo professore Cassesa, una persona d’indubbi valori morali che gli insegnò paradossalmente a vivere… La vita di Camilleri è tempestata quindi da questi esempi di moralità… Ma ancor prima di Cassesa, Camilleri è influenzato dalla nonna con la quale passeggiava nella sua campagna alla ricerca di animali, anche piccoli, per poter raccontare una storia su di essi. Un altro grande episodio segna la vita di Camilleri, la morte del padre. Il padre sul letto di morte ascoltò un racconto di Andrea, gli piacque molto e lo pregò di scriverlo come lo aveva raccontato, in italiano e dialetto. Poi sentendosi morire, il padre mandò via Andrea e morì da solo. Il padre è stato un’ancora per Andrea e da qui la motivazione per scrivere i suoi libri. “Io odio Montalbano” afferma Camilleri nella sua intervista, riferendosi alla moltitudine di opere su Montalbano che occupano una parte del suo spazio letterario. I racconti su Montalbano sono tutte inchieste del commissario che attraverso piste e tracce cerca di concludere un’indagine. Ma, quando le tracce si fanno più sfuggenti, è proprio lì che Montalbano mostra la faccia più eclettica e complessa…Il commissario infatti dovrà mostrare tutta la sua abilità nel risolvere casi complessi e offuscati, sempre col sapore agrodolce di questi romanzi, contornati da un pizzico di comicità e sullo sfondo dei paesaggi della fittizia cittadina di Vigata, che nel film è rappresentata da luoghi idilliaci come la casa di Montalbano, situata a Puntasecca, o  città sorte nel bel mezzo di una campagna desertica, sotto il meraviglioso sole della Sicilia. Montalbano più che essere un personaggio di Camilleri sta diventando la sua nemesi, distaccandosi dal controllo dell’autore che non può più frenarlo. Camilleri con Montalbano sta vivendo un’altra vita… “La vita è come un ticket, e dentro c’è la nascita, la crescita e la morte e tu non ti puoi rifiutare di prenderlo così com’è…”Come hai ragione, Andrea, nella vita c’è tutto. Camilleri quindi non è un solo uomo ma “uno e centomila”. Pirandello mi perdonerà  per aver cambiato il suo titolo ma il grande maestro sa bene chi è e non è un solo uomo… “Che bello questo silenzio condiviso” è la frase con cui Camilleri ci congeda insieme a Teresa Mannino in contemplazione su una spiaggia isolata, lontano da tutti ma non da se stessi.... L’infinito spazio letterario e non di Camilleri è frammentato in luoghi stupendi, in migliaia di insegnamenti di vita e dallo sfuggente e ormai irrealizzabile sogno di tornare giovani.

“Il sorriso di Angelica”

 di Andrea Camilleri


Montalbano affronta un caso riguardante un furto in casa di una coppia abbiente, i signori Peritore; i furti si ripetono con le stesse modalità e le vittime spiegano a Montalbano le dinamiche. I ladri sono entrati nelle loro case in città dopo aver rubato le chiavi nella loro casa a mare, mentre i signori in villeggiatura dormivano nel pieno della notte. Il sospetto di Montalbano va a posarsi sugli amici della coppia e tra gli amici Montalbano conosce una bella ragazza di nome Angelica Cosulich, che incarna l’adolescenziale sogno di Montalbano dell’Angelica dell’ “Orlando furioso”. Il commissario dovrà affrontare una situazione complessa dal punto di vista del caso ma anche emotivamente.

Il tempo in cui si svolge la vicenda non è specificato ma si può ipotizzare ai giorni nostri; i luoghi in cui è ambientata  hanno nomi fittizi ma corrispondono  luoghi nella parte sud-orientale della regione siciliana. La casa di Montalbano, per esempio, si trova a Puntasecca; l’ufficio del questore nella cittadina barocca di Scicli. La voce narrante è esterna. Il ritmo narrativo è scorrevole anche se le sequenze sia descrittive sia introspettive sono molte e complesse. La narrazione segue la fabula ma nella vicenda, come in quasi tutte le indagini di Montalbano, vi sono innumerevoli flashback riguardanti il passato del commissario.

Caratterizzazione dei personaggi

- Il commissario Salvo Montalbano è un esempio di sicilianità, quella buona; è molto introverso e introspettivo ed ha un’innata abilità per risolvere casi intricati; la sua testa è come un vortice dove vengono raccolte informazioni che poi lentamente vengono riordinate, tassello dopo tassello, per formare il quadro completo di un delitto imperfetto… È generalmente molto sicuro di sé ma, incontrando Angelica, le sue certezze crollano come un “castello di carte”; inoltre è apatico riguardo le promozioni ed ha un particolare risentimento verso i politici.
- L’ispettore Fazio è la precisione per antonomasia, efficiente e puntuale come un orologio svizzero. Fazio è alquanto silenzioso; particolarmente in questo romanzo si carpisce la sua natura empatica, poiché comprende il travaglio emotivo che grava sul commissario.
- Il vice di Montalbano, Mimi Augello, è il simbolo del classico siciliano ”fimminaro”; ha un fascino  irresistibile sulle donne e talvolta le sue capacità vengono usate da Montalbano per le indagini.
- Il “mitico” Catarella ha il compito di aiutare il commissario grazie alla sua abilità informatica e rende comiche le indagini sbagliando quasi sempre i nomi di tutti i suoi interlocutori.
- Angelica ha una ventina d’anni ed è incredibilmente bella, affascinante e determinante per l’indagine di Montalbano ; è complessa e particolarmente infedele.

Il libro segue la scia dei precedenti romanzi di Camilleri: un caso da risolvere ed una serie di tracce, ma a ciò si affianca la passione per Angelica, una nota colorata. Il mio giudizio è indubbiamente positivo; dopo aver letto pagine in cui sono condensate forti emozioni, Montalbano dimostra un quid in più che sta nel prevalere della ragione sulla passione. Montalbano, dunque, si riscopre ma non cambia, rimane sempre il solito commissario che ama i profumi, i colori del mare, che ha una speciale passione per la cucina siciliana;  sempre emotivo ma anche caparbio.






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