martedì 27 gennaio 2015



Commento personale all’intervista ad 

Andrea Camilleri  “il maestro senza regole”



Carlo Giambò III B Liceo Classico


Il compleanno del longevo scrittore Camilleri è un’occasione che la Rai non si lascia sfuggire. La “sicilianissima” attrice e comica Teresa Mannino si reca a Roma per intervistare un suo conterraneo d’eccezione. È  evidente il timore reverenziale della Mannino nei confronti del grande maestro e il regalo, un cedro, che lei gli dona è segno inequivocabile di rispetto e sottomissione. Le informazioni sulla vita e le opere di Camilleri in questo docufilm  non sono tratte esclusivamente dall’intervista diretta con lo stesso, ma si arricchiscono di notizie, aneddoti e ricordi offerti da persone che lo hanno conosciuto. Da quando a 24 anni Camilleri lascia la Sicilia per frequentare l’Accademia di Arte Drammatica a Roma il rumore del mare e lo sciabordio delle acque del suo mare siciliano non lo abbandonano più ed ogni occasione è buona per rivederlo. A Porto Empedocle ha i suoi legami affettivi, il ricordo di sua nonna che gli ha insegnato l’arte del raccontare. Peculiare è la sua capacità di raccontare cose semplici rendendole speciali e di trovare l’eccezionale nel quotidiano. Il viaggio della Mannino a Porto Empedocle si arricchisce di informazioni non tanto sull’uomo pubblico ma sull’uomo privato circondato da amici cari e fatto “grande” grazie ai suoi professori di liceo. Alla domanda dell’attrice relativa ad una notte trascorsa con amici insieme ad una ragazza veneziana, aneddoto che le era stato raccontato da un amico di Camilleri, lo scrittore non riesce a nascondere un certo imbarazzo evidenziando un fondo di timidezza reso evidente dal fatto che si accende una sigaretta ed evita accuratamente lo sguardo dell’intervistatrice. Ben altro atteggiamento rivela quando si parla di Rosetta, la donna che lo accompagna ormai da sessant’anni; i suoi occhi si illuminano e il suo sguardo non “molla” come a dire con orgoglio che il suo rapporto è rimasto intatto, nonostante qualche crepa. In realtà, Rosetta è “l’altra parte di nonno” come afferma la nipote Alessandra; una presenza rassicurante e paziente, capace di tenere in piedi la famiglia. Camilleri stesso afferma di non essere stato un buon padre per il fatto che era spesso fuori per lavoro ma di essere però un buon nonno. Nell’intervista si intuisce che anche il rapporto con il padre non dovette essere del tutto lineare se solo alla fine della sua vita Camilleri sentì il bisogno di chiarire alcune cose irrisolte. E tuttavia, nonostante la severità del padre, di lui lo scrittore dice: “Un padre che non seppe insegnarmi nulla se non di essere quello che sono”. Il successo come scrittore arriva tardi ma non gli cambia la vita perché in realtà Camilleri non è attaccato a niente che non siano gli affetti, è un uomo libero. Neanche la morte lo spaventa, egli sa che nel “biglietto” che ci viene dato alla nascita sono inclusi la giovinezza, i piaceri ma anche il dolore, la senilità e la morte, perciò è inutile lamentarsene. La consapevolezza di dover invecchiare gli ha consigliato di scrivere anche l’ultima puntata di Montalbano. Ma un uomo capace di lavorare sulle emozioni e sulla verità non invecchia mai. L’intervista si conclude con una “doppia vasata” nel chiuso dello studio. I due avranno modo di rivedersi all’aperto, di fronte all’amato mare.


“L’età del dubbio” 

di Andrea Camilleri



“L’età del dubbio” è un romanzo che ha come protagonista il commissario Montalbano che tratta si  occupa di un’inchiesta che, in un intrigo internazionale, coinvolge gli equipaggi di un cruiser e di uno yacht attorno ad un cadavere sfigurato e ad un passaporto falso. Nel risolvere l’inchiesta, Salvo è affiancato dal tenente Laura Belladonna della quale si innamorerà, mentre Livia sarà sempre più lontana da lui. Nel romanzo compare la paura di Montalbano della morte, ma riaffiora anche la sua voglia di “essere giovane” cioè di avere atteggiamenti, in questo caso nei confronti di Laura, adolescenziali.

Nel romanzo non c’è alcuna indicazione temporale, ma si presume che la vicenda sia ambientata ai giorni nostri. I luoghi in cui la storia si svolge sono: Vigata, che corrisponde a Porto Empedocle; Marinella, che equivale a Punta Secca; Montelusa, corrispondente ad Agrigento. Nel romanzo prevalgono sia gli spazi chiusi(il commissariato e la casa di Montalbano) sia gli spazi aperti(il porto di Vigata).Il ritmo narrativo è prevalentemente veloce o in equilibrio, cosa che stimola la partecipazione del lettore e conferisce immediatezza al discorso. La narrazione della vicenda segue l’intreccio utilizzando l’analessi(flashback). Di solito la voce narrante è esterna, ma capita anche che sia interna(per esempio quando Montalbano dialoga tra sé e sé).

Caratterizzazione dei personaggi

- Salvo Montalbano: cinquantotto anni, fumatore, intelligente e perspicace. Nel romanzo viene mostrata l’angoscia della morte del commissario, poi si comprenderà che si tratta di un brutto sogno. Inoltre, la sua fidanzata Livia, è sempre più lontana ed irritabile. Montalbano si innamora di una bellissima donna, Laura, alla quale però non vuole confessare il suo amore per paura.
- Mimì Augello: poliziotto del Commissariato di Vigata, bell’uomo,”fimminaro”,vanitoso, orgoglioso di sé, intelligente. Aiuta nell’inchiesta Salvo e riesce nel suo intento, a scopo puramente investigativo, a sedurre la proprietaria dello yacht “Vanna”.
- Giuseppe Fazio: ispettore del Commissariato di Vigata, fedele ed ubbidiente agli ordini di Montalbano.
- Agatino Catarella: poliziotto del Commissariato di Vigata, semplice, amichevole, fedele, ingenuo, confusionario. Nel romanzo i suoi fragorosi passi d’entrata, gli sfondoni e i capitomboli linguistici risuonano in modo più evidente e divertente. Però “nello struppiare i cognomi, Catarella si raffinava sempri di cchiù”.
- Il dottor Lattes: capo di gabinetto del questore Bonetti-Alderighi, burocrate, bigotto e fanatico. Veniva soprannominato “Lattes e mieles” per la sua untuosità.  In questo romanzo, Montalbano gli fa credere che sia morto uno dei suoi figli, dato che pensava che Salvo fosse sposato e che dunque avesse una famiglia
- Vanna Digiulio: si spaccia inizialmente con Montalbano per una trentenne di Palermo, orfana, studentessa in architettura, semplice e poco attraente, descritta da Camilleri come una “picciotta laiduzza” e “sgraziata”, ma in realtà si scoprirà essere una poliziotta di nome Roberta Rollo che da tempo stava dietro ai traffici dello yacht della Giovannini, coinvolto in un contrabbando di diamanti.
- Emile Lannec (nome vero Jean Pierre David): francese, quarant’anni, biondo, spalle larghe, incensurato ma tenuto d’occhio da tempo perché faceva parte di una grande organizzazione dedita al traffico di diamanti. Nel romanzo è il cadavere sfigurato trovato in un canotto, possedeva un passaporto falso sul quale compariva col nome di “Emile Lannec”.
- Il dottor Raccuglia: medico portuale, serio e con la testa sulle spalle(“pirsona sistimata”).
- Il comandante Sperlì: genovese magro, cinquantacinque anni, barba col pizzo, vestito elegante.
-Il tenente Laura Belladonna: bellissima, carnagione scura, begli occhi, labbra rosse, simpatica. Nell’inchiesta affianca Montalbano, i due finiscono per diventare molto amici e potrebbe nascere “qualcosa di più” se…
- Livia: fidanzata di Salvo, che nella vicenda ha un ruolo secondario ma  nelle poche frasi dette a Montalbano evidenzia il suo progressivo distacco nei confronti dello stesso e la sua irritabilità.
- Maurilio Alvarez: motorista dello yacht “Vanna”, spagnolo.
- Ahmed Chaikri detto Zizì: magrebino, ventotto anni; viene ucciso e fatto ritrovare in mare.
- Stefano Ricca: marinaio del “Vanna”, trentadue anni, di Viareggio.
- Mario Digiulio: marinaio del “Vanna”, palermitano.
- Livia Acciai Giovannini: bella donna, proprietaria dello yacht “Vanna”, livornese, cinquantadue anni, moglie di Arturo Giovannini, morto cadendo dallo yacht.
- Nicolò Zito: giornalista di “Retelibera”, amico di Montalbano.

Secondo me “L’età del dubbio” è un bellissimo romanzo, coinvolgente, chiaro e molto scorrevole, nonostante l’uso da parte di Camilleri del dialetto siciliano. Lo proporrei a persone di qualunque età. Per quanto riguarda il confronto con il film, in linea generale la versione televisiva è coerente con il romanzo, ma presenta delle incongruenze: Vanna Digiulio nel romanzo ha gli occhiali, mentre nel film non li porta; nel film non viene mostrato il Commissariato allagato a causa del forte temporale.

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