venerdì 23 gennaio 2015


Simonetta Agnello Hornby  “La Mennulara”

Valeria Devardo VA Liceo Classico


Sicilia anno 1963,  a Roccacolomba muore la "Mennulara",  la domestica della famiglia Alfallipe. In tutto il paese si parla di questa donna, ognuno racconta episodi vissuti con lei, tutti favoleggiano su questa misteriosa donna, sul suo passato, sui presunti rapporti con la mafia locale, nessuno però la conosce davvero. La storia segue l'intreccio in quanto gli eventi del racconto si trovano nella successione in cui ha voluto disporli l'autrice e non sono ordinati in maniera cronologica. Per tutto il libro si alternano sequenze narrative, dialogiche e descrittive; il ritmo che ne deriva è coinvolgente. Ci sono diversi flashback come quello relativo alla vita di Angelina, la sarta della famiglia Fatta, o quello del primo incontro tra la Mennulara e il Dottor Minicò o ancora quelli riguardanti gli episodi raccontati dai singoli personaggi che hanno vissuto con la Mennulara o l’hanno conosciuta. Il linguaggio usato è particolare, poiché riproduce il modo di parlare siciliano e viene ricreata l'atmosfera della Sicilia di quegli anni. L'uso del dialetto non è mai forzato e le espressioni dialettali sono immediatamente comprensibili, anzi riescono ad esprimere meglio dei concetti e anche a farci cogliere sfumature in maniera più efficace. La trama è coinvolgente per la presenza di intrecci, intrighi e misteri. L'ambientazione è quella della Sicilia degli anni '60. Roccacolomba è un paesino immaginario di montagna, come molti paesini siciliani. Le descrizioni minuziose ci aiutano a proiettarci con la fantasia davanti ad ogni edificio, chiesa, villa, piazza descritti, come nel caso di villa Fatta, della chiesa di Roccacolomba o della casa di Lilla. Il contesto storico è delineato dettagliatamente, vengono infatti descritte la società, la mafia locale e la vita di paese piena di pettegolezzi e dicerie.
Caratterizzazione dei personaggi
Accanto alla figura centrale della Mennulara non esistono personaggi minori ma una moltitudine di personaggi caratterizzati minuziosamente, anche se non fondamentali nello svolgimento della storia. Questi sono descritti dettagliatamente nella loro mentalità, nei loro gesti, espressioni e nel modo di rapportarsi con gli altri. La lettura della "Mennulara" non mi ha coinvolta immediatamente. Inizialmente, infatti, la storia sembrava piatta e aspettavo una svolta, un colpo di scena.  Ma gradatamente ho iniziato a respirare i profumi della mia Sicilia, a vedere i colori, i luoghi, grazie alle minuziose descrizioni fatte dall'autrice che sono riuscite a coinvolgermi particolarmente; mi sembrava di trovarmi realmente proiettata a Roccacolomba, insieme ai personaggi, sentire le loro voci e camminare per le stradine... Nonostante l'ambientazione sia la Sicilia dei primi anni '60, sono molti gli elementi che ho trovato in comune con la Sicilia di oggi. È  cambiato il contesto storico, ma la vita di paese, sostanzialmente, è rimasta la stessa : intrecci, dicerie, litigi di famiglia e pettegolezzi. Tutte le storie e i “cuttigghi” sulla Mennulara, il continuo favoleggiare su questa donna, mi hanno incuriosita sempre più, andavo avanti nella lettura e man mano si delineava e prendeva forma e colore questa figura misteriosa. Ognuno pensava di conoscerla, ma nessuno sapeva realmente chi fosse. Un aspetto originale di questa storia è proprio che il personaggio centrale, attorno a cui ruota e si sviluppa il racconto, non è presentato in modo diretto, non "entra dalla porta principale", ma impariamo a conoscerlo pagina dopo pagina. Finita la lettura di questo libro posso affermare che mi ha fatto davvero piacere averlo scelto : lo stile scorrevole e vivace, il linguaggio che riprendeva spesso le forme dialettali, l'ambientazione siciliana e, soprattutto, paesana ed infine l'originalità e la forza di questa donna piena di misteri mi hanno affascinata e divertita.

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