“Una piramide di fango”
di Andrea Camilleri
Martina Bertolami V B Liceo Classico
Ho
letto “Una piramide di fango” di Andrea Camilleri in cui Montalbano è coinvolto in un’indagine che riguarda l’edilizia. Il
protagonista viene svegliato da una telefonata di Fazio, che ha urgenza di
parlare con il suo commissario, poiché è stato ritrovato un cadavere presso un
cantiere. Giugiù Nicotra è stato
freddato da un colpo di proiettile che lo ha colpito alla spalla. L’uomo aveva anche tentato la fuga
rifugiandosi in una galleria di grandi tubi dell’acqua, ma non è
riuscito a scampare al pericolo e il suo corpo viene ritrovato privo di vita e
nudo. Le indagini vanno
inizialmente a rilento, a causa di numerosi depistaggi, macchinazioni e false
confessioni. Ma il commissario capisce subito di trovarsi di fronte ad un caso
più complesso e delicato di quanto appaia, solamente la punta di un iceberg,
che lo conduce nel mondo degli appalti pubblici e delle speculazioni edilizie.
Gli indizi, conducono Montalbano e i suoi collaboratori ad imprenditori
collusi, funzionari corrotti e società di comodo. I personaggi del racconto
sono, come sempre, il commissario Montalbano che stavolta appare in una maniera
diversa dal solito, più cupo e malinconico, come la sua fidanzata Livia che non
è più riuscita a riprendersi dopo la morte di François, ragazzo che la coppia
aveva adottato; Catarella, che come sempre con le sue gaffe non può fare a meno
di suscitare un sorriso; l’ispettore Fazio con la sua cura imprescindibile per
i dettagli ed il vice Mimì Augello che, non smentendosi, anche in questo
racconto rinnova la sua infedeltà coniugale. Personaggio nuovo del racconto è
Giugiù Nicotra, il ragazzo assassinato, che poi si scoprirà essere un bel
ragazzo sposato con una trentenne tedesca. Il romanzo è ambientato
nell’inventata città di Vigata, tra il commissariato e il cantiere dove è stato
ritrovato il cadavere. Il romanzo è ambientato nel presente, anche se mancano
indicazioni precise sul mese o sull’anno. La lingua, come di consueto nei romanzi
di Camilleri, è un misto di italiano e dialetto siciliano; il narratore è
esterno. L’autore inserisce varie tematiche che alludono allo stato di degrado
in cui versa attualmente l’Italia, infatti mentre le indagini procedono ci
troviamo di fronte a temi quanto mai attuali come l’uso di materiale scadente
nella costruzione degli edifici, di appalti truccati, di società di comodo, di
complicità politiche. E ancora ci troviamo di fronte a numerose macchinazioni,
false testimonianze e sotterfugi per far passare un delitto di mafia per una
questione d’onore. Non avendo quasi mai letto libri di Camilleri, ho trovato
qualche difficoltà nella lettura che non è stata molto scorrevole, ma alla fine
il romanzo mi è piaciuto. Ho notato qualche differenza con il Montalbano
consueto, sempre vigile ed efficace, che in questo romanzo si trova in balia di
situazione e di incertezze che lo destabilizzano profondamente. Il finale poco
scontato ha reso più accattivante la lettura, facendomi andare avanti con la
curiosità di scoprire l’esito dell’indagine.
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