Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Emanuele Crisafulli III B Liceo Classico
Giorno 6 settembre 2014 in occasione del compleanno di Andrea
Camilleri, è andato in onda su Rai 1 un programma a lui dedicato diretto
dall’attrice Teresa Mannino. Il programma comincia con il viaggio dell’attrice
verso l’Auditorium “Parco della Musica” a Roma, dove si sarebbe svolta la
presentazione dell’ultimo libro scritto da Andrea Camilleri “Inseguendo
un’ombra”. Arrivata a destinazione ed incontrato l’autore, Teresa riesce ad
organizzare un’intervista nella casa di Camilleri a Roma. Nel corso del
programma Camilleri racconta varie vicende che hanno segnato la sua adolescenza
e la sua carriera da scrittore. Ed è proprio ricordando queste vicende che l’autore
dà numerosi insegnamenti di vita ai suoi ascoltatori. Nell’intervista Camilleri
cita l’importanza del suo professore di Liceo, Emanuele Cassesa, che descrive
come un genio sia umanamente che didatticamente. In periodo fascista, date le
varie restrizioni che il regime imponeva, Camilleri racconta che Cassesa gli
spiegò cosa fosse in realtà la libertà e cosa significasse perderla. Le sue
lezioni erano ricche di ideali: i giusti comportamenti ed il rispetto dovevano
per lui essere alla base della formazione di un uomo. Oggi, sono forse proprio
questi gli aspetti che la società trascura: il rispetto e l’educazione alla
base di ogni formazione scolastica. Camilleri racconta anche del ruolo che ebbe
il padre nella sua vita, il quale, come ha scritto nella dedica de “Il corso
delle cose”suo primo libro, “non seppe
insegnargli nulla se non di essere quello che è”. Ciò che Camilleri,
secondo me, vuole trasmettere con le sue parole è un invito a formare la nostra
persona sugli ideali dell’amore, dell’essere se stessi e del rispetto e, più in
particolare, ci invita a trascorrere la nostra vita in modo semplice e
spontaneo per come ci è offerta.
“La danza del gabbiano”
di Andrea Camilleri
Un Montalbano messo sempre più a dura
prova. Il quindicesimo romanzo di Andrea Camilleri dedicato al commissario di Vigàta,
“La danza del gabbiano” si apre nell’alba di una giornata primaverile, con
l’agonizzante ballo di un gabbiano. Montalbano nella visione stenta a credere
che un uccello possa morire in tal modo: contorcendo il collo, battendo le ali
e ruotando su se stesso. Questa vicenda è un brutto presagio per Montalbano al
punto da allarmarlo quando viene a conoscenza della sparizione del fidato collega
Fazio. Il commissario parte alla ricerca di una traccia e finisce per
dimenticare che Lidia lo sta aspettando a casa per pranzo. Fazio era stato
visto l'ultima volta al molo e, a sua moglie, aveva riferito di avere un
impegno di lavoro, quando in realtà era stato un uomo misterioso a dargli
appuntamento. Un tale Manzella, a detta di Catarella, aveva provato a
mettersi in contatto con lui per tutta la settimana. Forse aveva denunciato il
"contrabbando" di cui era venuto a conoscenza, o forse voleva solo coinvolgerlo
in una storia ancora più complicata.
Non è presente alcun riferimento
temporale, ma si desume che il romanzo sia ambientato al giorno d’oggi, nell’immaginaria
città di Vigata, che nella realtà corrisponde a Porto Empedocle. Il ritmo
narrativo è sia veloce che in equilibrio, poiché si alternano sequenze
narrative a sequenze dialogiche. È
presente l’intreccio, poiché sono presenti dei flashback. La voce narrante
è prevalentemente esterna e diventa interna nei momenti di riflessione del
commissario.
- Salvo Montalbano: protagonista della
serie dei romanzi gialli di Andrea Camilleri, nonché il commissario di polizia
di Vigata. Dal romanzo in questione si evince come il peso dell’età gravi sul
commissario e come, d’altra parte, vengano sempre più richieste le sue capacità
investigative.
- Livia Burlando: fidanzata di
Montalbano. Si nota come tra i due amanti ci sia un rapporto non sempre dei
migliori, dove infine prevale comunque l’amore reciproco. Livia, in questo
romanzo, è inoltre la prima a far notare a Montalbano il passare del tempo,
riferito alla sua età ormai avanzata.
- “Mimì” Augello: vice-commissario di
polizia, nonché fidato amico di Montalbano.
- Giuseppe Fazio: ispettore del
commissariato di Vigata. Nella vicenda che lo vede protagonista si rivela
pronto e astuto in ogni situazione.
- Agatino Catarella: agente del
commissariato di Vigata. Nel racconto è caratterizzato dai suoi goffi
comportamenti e giochi di parole. Si rivela spesso una figura importante nello
svolgersi delle indagini.
- Pasquano: medico legale. Spesso
burbero nei confronti di Montalbano.
- Filippo Manzella: amico d’infanzia di
Fazio.
- Franco Sinagra: artefice di un
traffico d’armi. È descritto come una persona violenta e molto gelosa, pronta a
tutto per raggiungere i propri scopi.
Dopo aver letto il libro “La danza del
gabbiano” mi sono soffermato in particolare su come, nel corso dell’indagine,
le capacità investigative di Montalbano vengano messe a dura prova. Il
commissario è ormai un uomo stanco e disilluso, probabilmente a causa dell’età
avanzata che molti cercano ironicamente
di fargli notare. Montalbano di fronte alla strana danza di un gabbiano morente
resta profondamente turbato e riflette su come l’agonia possa tanto somigliare
a una danza, banalizzando così anche la morte stessa. La vicenda della
scomparsa di Fazio fa invece notare come il commissario riesca ancora a
sopportare la responsabilità e l’angoscia di dover ritrovare vivo un suo caro
amico. È proprio tutto questo che mette a dura prova le capacità di Montalbano
che, nonostante i risultati poco incoraggianti all’inizio dell’indagine,
affronta i relativi problemi con le qualità che da sempre lo
contraddistinguono: l’ingegno e l’astuzia.
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