Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Chiara Composto III B Liceo Classico
“Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto
all’altro sei l’altro”. Questo è un aforisma di Andrea Camilleri, noto
scrittore siciliano, creatore dell’amatissimo commissario Montalbano che ha
venduto trenta milioni di libri in tutto il mondo e le cui opere sono state
tradotte in 35 lingue. Rai uno ha voluto rendere omaggio a
questo famosissimo scrittore nel giorno del suo ottantanovesimo compleanno con
un film/documentario dal titolo “Il maestro senza regole” condotto da Teresa
Mannino. Con il progetto scolastico di lettura abbiamo avuto il piacere di
vedere l’intervista potendo cogliere molti spunti di riflessione. Teresa inizialmente
mira a conoscere meglio i meccanismi della comicità. Camilleri l’accoglie nel
suo piccolo studio dove si sente ‘coccolato dai libri’. Racconta che inizia a
scrivere la mattina molto presto, dopo aver riorganizzato le idee. La sua casa
è molto piccola, una casa normale che ben si addice alla sua semplicità, pur
essendo un grande scrittore. Il suo ideale di vita è quello di una trapezista del
circo che è leggera e non fa trasparire la fatica; così Camilleri vuole nascondere la fatica della scrittura e
trasmettere solo il piacere della lettura. Il suo romanzo preferito è il “Re di
Girgenti”, romanzo storico. La passione per la scrittura gliela trasmise sua
nonna Elvira, con la quale aveva un bellissimo rapporto, gli apriva la fantasia.
I ricordi più cari sono legati alla Sicilia, in particolare a Porto Empedocle,
sua città natale, al rumore del mare e alla Scala dei Turchi. Lo scrittore
confessa che non è la morte a spaventarlo ma la perdita degli affetti. Un valore
che possiamo cogliere è quello degli affetti, dell’amore verso la moglie che
dopo sessant’anni non è cambiato e del rapporto con il padre che gli insegnò ad
essere quello che è e a cui dedicò il suo primo romanzo. Un’altra frase che mi
ha colpita è stata: “All’atto della nascita ti danno un biglietto dove è
compreso tutto, la malattia, il piacere, la giovinezza, la vecchiaia e anche la
morte, non ti puoi rifiutare”. Si evince l’importanza della vita che deve
essere vissuta con la consapevolezza che c’è un inizio ed una fine e tutti
siamo destinati a morire. Intervista davvero emozionante e commovente, che
merita di essere vista almeno una volta. Inizia cosi il nostro percorso di
lettura con un grande bagaglio di informazioni sull’autore, sulle sue passioni,
sulla sua vita. Non resta che augurarci una buona lettura!
di Andrea Camilleri
Il libro tratta di un delitto su cui indaga il commissario Salvo
Montalbano, in servizio a Vigata, cittadina sul mare in provincia di Montelusa,
a cui è arrivata una lettera anonima su dei futuri omicidi. Il romanzo inizia
con il commissario che sta facendo un brutto sogno, dove il protagonista è
Catarella che muore in uno scontro a fuoco con dei delinquenti. Montalbano non
crede ai sogni premonitori ma sarà smentito dall’avventura che sta per vivere
quando comincerà le sue indagini relative alla morte, che si vorrebbe far passare
per una disgrazia, di un clandestino albanese, di nome Puka, in un cantiere
edile. In seguito si scoprirà che in realtà non è un clandestino albanese ma un
infiltrato dell’Antimafia. I carabinieri
del maresciallo Verruso hanno già iniziato le indagini e Montalbano collaborerà
con loro, ma fondamentale per risolvere il caso sarà l’aiuto di Catarella con
cui il commissario condividerà quattro segreti.
Non c’è alcun riferimento al tempo in cui si svolge la vicenda
che si può collocare ai giorni nostri a
Vigata. Il ritmo narrativo alterna momenti veloci con sequenze narrative a
momenti più lenti con sequenze descrittive ed in equilibrio con sequenze
dialogate. La vicenda segue l’intreccio. La voce narrante è esterna. Camilleri
tratta in questo romanzo argomenti di attualità quali il lavoro nero,
l’immigrazione clandestina, l’interessamento di famiglie mafiose nel settore
edile, la collusione e la complicità tra politici e mafiosi. Una peculiarità
del romanzo è l'uso di un italiano fortemente contaminato da elementi della lingua
siciliana e l'ambientazione siciliana particolarmente curata.
Caratterizzazione dei personaggi
- il commissario Montalbano protagonista della
serie, brusco ma serio e responsabile sul lavoro, molte volte aperto e gentile con
le persone di cui si fida, ha un amore particolare per la cucina;
- Livia
fidanzata storica di Montalbano, con cui vive una storia a distanza molto
conflittuale;
- Domenico
Augello, detto "Mimí", grande amico di Montalbano, è il vice commissario
di polizia a Vigata, conosciuto per le numerose conquiste femminili, segue a
volte con molte critiche i metodi di
investigazione "poco tradizionali" di Montalbano;
- l'ispettore
capo Giuseppe Fazio è uno dei principali collaboratori del commissario, di
carattere riservato e dotato di acuto istinto poliziesco, è la persona con cui
il commissario s'intende di più, spesso semplicemente con uno sguardo, è
particolarmente attento durante le sue ricerche a specificare tutti i dati
anagrafici di un indagato;
- l'agente Catarella è il centralinista al
Commissariato di Vigata, personaggio dalle limitate capacità intellettive,
fortemente caratterizzato per il suo linguaggio contorto, con cui storpia il
più delle volte le parole, ma ha grande sensibilità ed umanità, spesso tocca a
lui avvisare il commissario del delitto di turno precipitandosi nel suo ufficio
e sbattendo la porta, sorprendentemente si rivela ben presto un valente esperto
di informatica e come tale viene spesso utilizzato nelle indagini;
- Nicolò
Zito è un giornalista di ‘Retelibera’, una televisione locale, è un amico di
lunga data di Montalbano che spesso ne richiede la collaborazione e gli restituisce
il favore concedendogli interviste e notizie in esclusiva;
- Verruso è
il comandante dei carabinieri di Montelusa, collaborerà con Montalbano per
risolvere il caso;
- Alfredo
Corso è il responsabile della ditta appaltatrice dei cantieri ‘Santa Maria’,
teatro degli omicidi, persona ragionevole e caritatevole;
- Caterina
Corso è la figlia di Alfredo e la sua segretaria;
- Vincenzo
Scipione, detto ‘u zuCecè’, è il mafioso che gestiva l’organizzazione ed il
guadagno dei cantieri;
- Angelo
Piluso è il guardiano del cantiere.
Mi è piaciuto molto leggere questo libro perché ho trovato che
la storia, i delitti, le vicende personali ed anche le parti comiche siano ben amalgamati. Personalmente
non avevo mai letto nessun libro di Camilleri e ho trovato un po’ di
difficoltà, inizialmente, per il dialetto siciliano. Ho apprezzato l’immagine
della nostra Sicilia, nei luoghi e nel cibo, e la bravura di Montalbano nel
risolvere i casi. Si possono cogliere i sentimenti di fratellanza, di
compassione, di aiuto e di amicizia, nonostante i mondi di appartenenza siano diversi.
Nei libri c’è il tocco di Camilleri che, secondo me, si nasconde dietro ogni
personaggio, ogni riflessione, ogni piccola caratteristica. Montalbano infatti
rappresenta bene le passioni di Camilleri: le donne, la cucina e l’amore per la
Sicilia. Continuerò a leggere senza dubbio qualche altro libro del maestro
Camilleri.
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