Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Giusy Di Bella VB Liceo Classico

Il viaggio di Teresa
Mannino si è concluso: è riuscita a dare una risposta alle sue innumerevoli
domande e a trascorre del tempo con l’uomo che l’ha “salvata”. Ma da questo
momento inizia il mio viaggio! Ho intenzione di continuare a conoscere
quest’uomo, che mi ha profondamente colpita con le sue parole e i suoi ricordi.
Durante l’intervista ha detto una frase che mi ha stupita: “Sii tu, sii più
vero! Ed essere vero è la cosa più bella che ci sia!” grazie a queste parole ho
capito che nella vita, anche se sei giovane e vivi in un mondo che sembra non
volerti e distrugge i tuoi sogni, non puoi non essere ciò che sei diventando
vittima e complice di un sistema che non vuole più cogliere la gioia e la
verità della vita. Ho apprezzato i suoi racconti e ho fatto tesoro dei suoi
ricordi e della profondità delle sue parole. Mi ha colpita molto quando ha
parlato del padre che “non gli ha saputo insegnare altro se non di essere
quello che è!” Credo che con questa intervista Camilleri mi abbia salvata,
anche se in modo diverso da quello con cui ha salvato la Mannino. Mi ha fatto
capire la concretezza di una vita vissuta da uomo, non un uomo qualunque, bensì un uomo vero che
è pronto a pagare il ticket della vita!
Mi dispiace irritarla, ma GRAZIE, maestro di vita.
“L’età del dubbio”
di Andrea Camilleri
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La storia è raccontata secondo l’intreccio
dal momento che sono presenti dei flashback, la vicenda si svolge a Vigata ai
giorni nostri, il ritmo narrativo è veloce ed incalzante.
Caratterizzazione
personaggi
o Montalbano: è un commissario sui generis, con innata
abilità nel dipanare intrighi complicati e difficili e con un grande odio nei
confronti della burocrazia. Non è, certamente, esente dalle debolezze umane,
come la sua propensione per la buona cucina, soprattutto quella a base di
pesce, e l’attrazione per le belle donne, anche se cerca di restare sempre fedele
alla sua storica fidanzata Livia.
o
Mimi Augello: grande amico di Montalbano, è il vice commissario di polizia a Vìgata. Molto ammirato
dall'altro sesso, è conosciuto per le sue numerose conquiste femminili.
o
Giuseppe Fazio: è l'ispettore
capo, uno dei
principali collaboratori del commissario. Di carattere riservato e dotato di
acuto istinto poliziesco, è la persona con cui il commissario s'intende di più,
spesso semplicemente con uno sguardo.
o
Catarella: è
fortemente caratterizzato per il suo linguaggio contorto, storpia il più delle
volte i nomi degli interlocutori. È un tocco di comicità,
che provoca una risata gradita e piacevole, nel corso della lettura.
o Laura Belladonna: ufficiale della Capitaneria di porto di Vigàta, è la
protagonista femminile del romanzo. È così bella che Montalbano non riesce a
resisterle.
Un libro che racconta
un'indagine particolare: Montalbano è un uomo maturo, in preda a profonde
riflessioni, che lo rendono ancora più umano.
Lo scrittore si diverte ad esasperare, anche, a livello caricaturale, tic e caratteristiche
dei suoi personaggi. Ho molto gradito l’analisi minuziosa che Camilleri fa di
tutti i personaggi, soffermandosi sia sull’aspetto fisico, senza mai
idealizzare nulla, sia sull’aspetto psicologico, quasi come se volesse
analizzare ogni loro pensiero o azione.
Non avevo mai letto un
libro scritto da Camilleri e sconoscevo quasi del tutto il mondo del
commissario Montalbano. Ammetto di essere rimasta fortemente affascinata da
questa lettura e di essermi lasciata trascinare dalla scorrevolezza del
racconto. Non nascondo che, all’inizio, ho avuto non poche difficoltà. In primo
luogo, non avevo mai letto nulla che si rifacesse al giallo e che avesse come
argomento “cataferi”, indagini e commissariati, perché ritenevo non mi si
addicessero per pura presa di posizione. Ma mi sbagliavo. Non c’è niente di più
bello che indagare con Montalbano per risolvere i casi e provare le sue stesse
emozioni durante l’intera vicenda. Un’altra difficoltà, in un primo momento,
l’ho ritrovata nel linguaggio adoperato dal nostro scrittore: un italiano
impregnato di un dialetto che definirei “camilleriano”. Un dialetto che per me,
che sono siciliana come lui, doveva essere comprensibile, ma che, invece, si è
dimostrato qualcosa di lontano, facendomi provare un senso di vergogna nel non
conoscere ciò che mi appartiene e dando vita a un infinito desiderio di
conoscere e approfondire sempre meglio tutto ciò che riguarda la MIA terra.
Ho accompagnato la
lettura con una risata sana e gradita grazie al mitico Catarella, ho odiato
Lattes e tutta la burocrazia accumulata sulla scrivania del commissario, ho
gustato i buonissimi e gustosissimi piatti di Adelina e di Enzo (leccandomi
spesso i baffi), ma soprattutto ho vissuto con Montalbano la sua “età del
dubbio” soffermandomi e riflettendo insieme a lui sull’ “età del dubbio” che
sto vivendo io, il dubbio di un futuro che sta sempre più diventando presente.
Sono molto soddisfatta di
questa lettura e spero di poter approfondire meglio la conoscenza del
commissario di Vigàta e del grande maestro Andrea Camilleri.
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