Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Giusy Di Bella VB Liceo Classico
“Il maestro senza regole” è il titolo del programma andato in
onda il 6 settembre per rendere omaggio al ”papà” del commissario Montalbano:
Andrea Camilleri. Una straordinaria Teresa Mannino, dopo aver dichiarato il suo
amore e detto il suo grazie al grande maestro, guida gli spettatori alla
conoscenza di un personaggio unico, che con le sue parole è capace di
trasmettere profonde emozioni. Teresa Mannino indaga il mondo di Camilleri che
preferisce uno studio piccolo per concentrarsi ed essere coccolato dall’ambiente
familiare; scrive i suoi libri, fra i quali il suo preferito è “Il re di
Girgenti”, la mattina presto, dopo aver riorganizzato le idee. Alla perspicace
domanda “Come la devo chiamare? Maestro va bene?”, con tono scherzoso il
“maestro “risponde: “Maestro mi irrita “. Afferma, infatti , di non essere
stato un maestro ma un consigliere, anche nel momento in cui diventa maestro di
recitazione. I suoi allievi ricordano con piacere gli anni trascorsi insieme ad
un professore che gli ha insegnato a “scoprire il mondo”. Camilleri, a
proposito del lavoro di scrittore, afferma di essere un “trapezista di
lettura”, e cioè di non voler fare percepire al lettore il grande lavoro che
c’è dietro la stesura di un’opera, per non rovinare il piacere della lettura. Successivamente
l’artista ricorda la nonna Elvira come colei che lo ha aiutato ad aprire la
mente e parla del suo incontro con il grande “Luigino” Pirandello, cugino della
nonna. Parla della sua Sicilia, confidando alla Mannino che gli manca “lo
scruscio del mare” e la “Scala dei Turchi”. Ricorda con piacere gli anni del
liceo e i suoi professori che lo hanno aiutato, con i loro insegnamenti, ad
essere un uomo. La Mannino, per continuare la sua indagine, si sposta in
Sicilia dove visita i luoghi narrati da Camilleri (la trattoria di Enzo, il
liceo classico che frequentò Camilleri) e dove conosce Federico, amico storico
dello scrittore siciliano.
Il viaggio di Teresa
Mannino si è concluso: è riuscita a dare una risposta alle sue innumerevoli
domande e a trascorre del tempo con l’uomo che l’ha “salvata”. Ma da questo
momento inizia il mio viaggio! Ho intenzione di continuare a conoscere
quest’uomo, che mi ha profondamente colpita con le sue parole e i suoi ricordi.
Durante l’intervista ha detto una frase che mi ha stupita: “Sii tu, sii più
vero! Ed essere vero è la cosa più bella che ci sia!” grazie a queste parole ho
capito che nella vita, anche se sei giovane e vivi in un mondo che sembra non
volerti e distrugge i tuoi sogni, non puoi non essere ciò che sei diventando
vittima e complice di un sistema che non vuole più cogliere la gioia e la
verità della vita. Ho apprezzato i suoi racconti e ho fatto tesoro dei suoi
ricordi e della profondità delle sue parole. Mi ha colpita molto quando ha
parlato del padre che “non gli ha saputo insegnare altro se non di essere
quello che è!” Credo che con questa intervista Camilleri mi abbia salvata,
anche se in modo diverso da quello con cui ha salvato la Mannino. Mi ha fatto
capire la concretezza di una vita vissuta da uomo, non un uomo qualunque, bensì un uomo vero che
è pronto a pagare il ticket della vita!
Mi dispiace irritarla, ma GRAZIE, maestro di vita.
“L’età del dubbio”
di Andrea Camilleri
Montalbano si sveglia di colpo
spaventato perché ha sognato il proprio funerale a cui Livia non partecipa. Il
malumore, causato da questo incubo, è accentuato dal forte temporale che ha
allagato Vigata. Mentre il commissario va a lavoro, soccorre una ragazza, una
certa Vanna Digiulio che deve andare al porto, dove ha appuntamento con la zia
che deve arrivare con il suo yacht. Montalbano la ospita in commissariato, ma
la ragazza sparisce non appena arriva la notizia che lo yacht della zia è arrivato.
La zia ha ritardato perché è stato ritrovato un cadavere in mare e Montalbano,
per intuito, collega la ragazza all’uomo morto che è stato avvelenato e
sfigurato prima di finire in mare. Mentre indaga su questo omicidio e interroga
tutto l’equipaggio, Montalbano si innamora del tenente Laura Belladonna, ufficiale
della Capitaneria di porto, che aiuta il commissario nelle indagini. Si tratta
quindi di un caso di omicidio, in cui la vittima è stata sfigurata in modo da
rendere impossibile la sua identificazione. In seguito anche un uomo
dell’equipaggio viene ucciso, vari sono i punti in comune con l’altro omicidio.
Legando i vari tasselli, Montalbano riesce a farsi un’idea del caso grazie
anche alla ricomparsa della ragazza che svela la sua vera identità.
La storia è raccontata secondo l’intreccio
dal momento che sono presenti dei flashback, la vicenda si svolge a Vigata ai
giorni nostri, il ritmo narrativo è veloce ed incalzante.
Caratterizzazione
personaggi
o Montalbano: è un commissario sui generis, con innata
abilità nel dipanare intrighi complicati e difficili e con un grande odio nei
confronti della burocrazia. Non è, certamente, esente dalle debolezze umane,
come la sua propensione per la buona cucina, soprattutto quella a base di
pesce, e l’attrazione per le belle donne, anche se cerca di restare sempre fedele
alla sua storica fidanzata Livia.
o
Mimi Augello: grande amico di Montalbano, è il vice commissario di polizia a Vìgata. Molto ammirato
dall'altro sesso, è conosciuto per le sue numerose conquiste femminili.
o
Giuseppe Fazio: è l'ispettore
capo, uno dei
principali collaboratori del commissario. Di carattere riservato e dotato di
acuto istinto poliziesco, è la persona con cui il commissario s'intende di più,
spesso semplicemente con uno sguardo.
o
Catarella: è
fortemente caratterizzato per il suo linguaggio contorto, storpia il più delle
volte i nomi degli interlocutori. È un tocco di comicità,
che provoca una risata gradita e piacevole, nel corso della lettura.
o Laura Belladonna: ufficiale della Capitaneria di porto di Vigàta, è la
protagonista femminile del romanzo. È così bella che Montalbano non riesce a
resisterle.
Un libro che racconta
un'indagine particolare: Montalbano è un uomo maturo, in preda a profonde
riflessioni, che lo rendono ancora più umano.
Lo scrittore si diverte ad esasperare, anche, a livello caricaturale, tic e caratteristiche
dei suoi personaggi. Ho molto gradito l’analisi minuziosa che Camilleri fa di
tutti i personaggi, soffermandosi sia sull’aspetto fisico, senza mai
idealizzare nulla, sia sull’aspetto psicologico, quasi come se volesse
analizzare ogni loro pensiero o azione.
Non avevo mai letto un
libro scritto da Camilleri e sconoscevo quasi del tutto il mondo del
commissario Montalbano. Ammetto di essere rimasta fortemente affascinata da
questa lettura e di essermi lasciata trascinare dalla scorrevolezza del
racconto. Non nascondo che, all’inizio, ho avuto non poche difficoltà. In primo
luogo, non avevo mai letto nulla che si rifacesse al giallo e che avesse come
argomento “cataferi”, indagini e commissariati, perché ritenevo non mi si
addicessero per pura presa di posizione. Ma mi sbagliavo. Non c’è niente di più
bello che indagare con Montalbano per risolvere i casi e provare le sue stesse
emozioni durante l’intera vicenda. Un’altra difficoltà, in un primo momento,
l’ho ritrovata nel linguaggio adoperato dal nostro scrittore: un italiano
impregnato di un dialetto che definirei “camilleriano”. Un dialetto che per me,
che sono siciliana come lui, doveva essere comprensibile, ma che, invece, si è
dimostrato qualcosa di lontano, facendomi provare un senso di vergogna nel non
conoscere ciò che mi appartiene e dando vita a un infinito desiderio di
conoscere e approfondire sempre meglio tutto ciò che riguarda la MIA terra.
Ho accompagnato la
lettura con una risata sana e gradita grazie al mitico Catarella, ho odiato
Lattes e tutta la burocrazia accumulata sulla scrivania del commissario, ho
gustato i buonissimi e gustosissimi piatti di Adelina e di Enzo (leccandomi
spesso i baffi), ma soprattutto ho vissuto con Montalbano la sua “età del
dubbio” soffermandomi e riflettendo insieme a lui sull’ “età del dubbio” che
sto vivendo io, il dubbio di un futuro che sta sempre più diventando presente.
Sono molto soddisfatta di
questa lettura e spero di poter approfondire meglio la conoscenza del
commissario di Vigàta e del grande maestro Andrea Camilleri.
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