Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Fausto Di Blasi V B Liceo Classico
Da questa intervista con Teresa Mannino viene fuori l’universo Camilleri, la sua visione della vita e dell’uomo. Ho ritrovato espressioni, modus tipici della sicilianità sia nell’amico sia nel padre che nel nonno. La sua semplicità nel raccontare con una colloquialità senza artifici sa arrivare dritta al cuore e mi ha fatto capire che è una vera e propria macchina da racconto, un narratore straordinario che col suo brogliaccio di aforismi sa dare chiaro il senso della vita. Fantastico quel “ticket della nascita” con tutte le tappe fino alla morte, il valore della libertà insegnatogli da quel genio di professore di italiano antifascista convinto; il valore della verità, l’importanza di “giocare con la vita”, fare le cose che ti appassionano senza sentire la fatica o per lo meno senza farla vedere, come la trapezista sul tappeto volante. Appassionato di teatro, professore di recitazione nella scuola di drammaturgia, aggancerà la sua scrittura a questa passione e sia nel privato sia nel pubblico viene fuori l’uomo innamorato della vita con le sue passioni quotidiane, il gioco, il fumo, la buona cucina e quelle più serie come la famiglia, gli affetti, l’amicizia, "l’amico amico” che dura una vita, specialmente se parte dall’infanzia (Hoefer). C’è anche l’uomo con le sue fragilità, arrivato alla veneranda età di 89 anni che si stanca a leggere anche una pagina (“con gli anni perdi pure la parola”) e ritiene la peggiore punizione il non poter più leggere, lui che scriveva e leggeva di notte e di giorno. I ricordi della Sicilia, il liceo, lo sbarco degli americani, “i mitragliamenti che ci facevano buttare per terra e sporcare di sangue e di paura”, la fantastica nonna Elvira che “gli ha aperto la fantasia”, suo padre sul letto di morte che gli raccomandò di scrivere così come raccontava a lui in quel misto di dialetto siciliano e italiano e fu la sua fortuna e di più “mi insegnò ad essere quello che sono”. I ricordi giovanili di quelle belle nuotate, già a maggio, alla Scala dei Turchi nella bella spiaggia dorata di Porto Empedocle; il bello della Sicilia con quelle “casuzze a dado ammatuffate in equilibrio instabile”, il bello dei siciliani ogni giorno sempre diversi, intelligenti, arguti, vivaci, meteoropatici (se c’è scirocco!), l’importanza della cultura; “la pazienza del ragno per uscire dai pensieri tinti”. “Quando mangi di gusto e hai allato uno che non mangia di gusto ti fa passare la fame”; “la notte cambia odore ogni ora che passa”. Il pensiero della morte non gli fa paura ma gli fa paura la perdita degli affetti. Infine la Vispa Teresa recitata a braccetto con Teresa in quel viottolo assolato di campagna è uno squarcio di leggerezza che Nenè sa anche suggerire.
“La caccia al tesoro”
di Andrea Camilleri
“La caccia al tesoro” è
un romanzo del 2010 di Andrea Camilleri. Fa parte delle famosissime inchieste
di Montalbano, la sedicesima per esattezza. Pubblicato da Sellerio Editore. Dal
libro è stato realizzato anche un adattamento televisivo. La vicenda si svolge
a Vigata (città immaginaria) ai giorni nostri.
Il commissario Montalbano
riceve una segnalazione su due anziani, fanatici religiosi, che oltrepassando i
limiti della ragione hanno cominciato a sparare dalle loro finestre su tutti i
passanti giudicati di altra fede. Il commissario e la sua squadra riescono a
frenare la pazzia dei due anziani, ma il caso non finisce qui. Infatti,
perlustrando la casa dei due, Montalbano scopre due bambole gonfiabili
maltrattate e deturpate negli stessi punti in modo maniacale. Ben presto arrivano
al commissariato bigliettini con indovinelli ed indizi. Una vera e propria
caccia al tesoro. Poco dopo giunge la notizia che una ragazza del paese è stata
rapita e Montalbano collega le bambole gonfiabili alla possibile fine che
potrebbe fare la vittima. Così iniziano le ricerche per salvare la povera
Ninetta, ma purtroppo non si riesce ad evitare una terribile fine. La ragazza
viene infatti ritrovata morta in un campo, con il corpo violato dagli stessi
segni ritrovati sulle bambole gonfiabili: il folle ha fatto la sua prima vittima.
Ma il commissario non si arrende e continua l’indagine; rintraccia il pazzo, ma
viene rapito, legato e imbavagliato […]
Caratterizzazione dei personaggi
- Salvo Montalbano è il
protagonista. Commissario “maturo, esperto, “omo di ciriveddro e d’intuito”
mostra una grande abilità nel risolvere intrighi complicati e difficili. Usa le
armi solo quando è necessario e preferisce condurre le sue indagini da solo.
- Gregorio e Caterina
Palmisano, i due anziani, fortemente religiosi, possiedono un non so che di
misterioso. Sono loro che danno inizio ai sospetti e alle indagini di
Montalbano
- Ninetta Bonmarito, una
bella giovane di Vigata. Tanto bella quanto “svinturata”.
- Mimì Augello, vice
commissario di polizia, conosciuto per le numerose conquiste femminili.
- Giuseppe Fazio,
ispettore capo, riservato, è la persona con cui Montalbano si intende di più.
- Catarella, centralinista
al commissariato, dotato di limitate capacità intellettive, è la figura comica
dei romanzi di Camilleri, noto soprattutto per storpiare i nomi degli interlocutori.
Personalmente penso che il romanzo non sia fra le migliori
avventure del nostro Montalbano. Rispetto agli altri romanzi ho notato
situazioni troppo crude, il noir, soprattutto nella seconda parte, che, a mio
avviso, non si addice a Montalbano. Abituato ad un Camilleri così pacato e
misurato suona insolito leggere una storia simile. Ciò non toglie che
attraverso la comicità di Catarella, l’astuzia e l’abilità di Montalbano e le
descrizioni dei fatti per mezzo del dialetto si nota sempre il marchio
indistinguibile, la penna di Camilleri. Per questo sono dell’idea che l’autore
non sbaglia ad impelagarsi in una trama che potrebbe rimandare ai thriller
d'oltreoceano, con l'erronea convinzione che gli italiani non siano in grado di
scriverli. Sbagliato. Ritengo che sia un noir ed un thriller insieme, perfetto
nel suo genere.
Nessun commento:
Posta un commento