Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Eva Manca III B Liceo Classico
Guardando l'intervista fatta ad Andrea
Camilleri dalla conduttrice televisiva Teresa Mannino sono riuscita a
soffermarmi su dei punti salienti che mi hanno fatto riflettere su molti
aspetti della vita del passato, raccontati dallo stesso scrittore, ma anche del
presente che ho cercato di cogliere andando a fondo nei vari racconti del
protagonista dell'intervista.
La prima cosa che mi ha colpita è stata
l'emozione di Teresa Mannino nell’assistere alla presentazione dell'ultimo
libro di Andrea Camilleri e nel raccontare l'effetto dei suoi lavori sulle sue
vicende di vita. Nel corso dell'intervista vengono toccati argomenti delicati
ma spesso con un pizzico d'ironia, qualità propria dell'autore siciliano che
ritroviamo anche nelle sue opere.
Le prime cose su cui si esprime
Camilleri sono il fatto che non voglia essere chiamato “maestro”, che
preferisca lavorare in uno studio piccolo perché tutto è più concentrato e
sulle sue abitudini di vita quotidiana, dalle quali già si nota una
predisposizione per uno stile di vita tranquillo. In tutto ciò riconosco una
Teresa Mannino tesa ma felice, emozione che si riesce a percepire anche
attraverso lo schermo.
Camilleri parla del fatto che il suo
ideale sia la “trapezista”, descrivendola come una ragazza che compie un triplo
salto mortale con leggerezza, senza far pesare agli spettatori l'allenamento
precedente, come lui non ci vuole far vedere la sua fatica nello scrivere i
suoi romanzi.
Conosciuto prima come maestro di teatro,
Andrea Camilleri è un personaggio amato da tutti coloro che abbiano lavorato
con lui o imparato da lui.
Tra i suoi ricordi d'infanzia, egli
racconta di quando conobbe Luigi Pirandello, cugino della nonna, la stessa
persona a cui Camilleri dice di dovere tantissimo; racconta delle vicende
accadute a lui insieme agli amici di sempre, dei loro giochi e delle esperienze
della gioventù, fino ad arrivare a momenti più toccanti, come ad esempio quello
del professore del liceo classico di Porto Empedocle, il quale diede alla
classe più di una lezione di vita, quando si vergognava di indossare la camicia
nera, divisa del fascismo, e perciò teneva addosso il cappotto.
Dopo una serie di svariati racconti e
tematiche diverse toccate, sono tante le emozioni che mi ha trasmesso Andrea
Camilleri con un'intervista che mi ha resa partecipe della vita di questo
celebre scrittore, una vita fatta di cose semplici, d'amore per la propria
famiglia, ma piena di storie da raccontare.
“Il cielo rubato”
di Andrea Camilleri
L'opera è costituita da uno scambio di
lettere da parte dei due principali personaggi, un notaio di nome Michele
Riotta e una signora, di nome Alma Corradi, della quale durante la maggior
parte del libro non viene rivelato molto eccetto il suo elevato interesse per
l'arte. I due portano avanti un'indagine su una possibile visita del più
importante esponente dell'impressionismo, Pierre-Auguste Renoir, nei pressi di
Agrigento, raccontata dal figlio in una biografia ma della quale non si hanno
altre prove. Della corrispondenza ci pervengono solamente le lettere destinate
alla signora, dalle quali si coglie il rapporto che nasce tra i protagonisti,
poi bruscamente interrotto dalla scomparsa del notaio.
Il romanzo è ambientato in un periodo che
va dal dicembre del 1999 al dicembre del 2000.La vicenda si svolge nei pressi di Agrigento. Il ritmo narrativo è
lento poiché nel racconto prevalgono le sequenze descrittive. I fatti sono raccontati rispettando la fabula. I
personaggi principali sono il notaio Michele Riotta, la signora Alma Corradi ed
il nipote di Michele, Giorgio Riotta.
Avendo una certa passione per l'arte, il
libro mi ha sicuramente affascinata dal punto di vista dell'indagine su Renoir
e della sua visita ad Agrigento, della quale nel romanzo è presente una
continua ricerca di prove o testimonianze inerenti ad essa. Mi hanno colpita anche
altri aspetti del romanzo quali la suspense che si crea conoscendo poco dei
protagonisti e scoprendo nell'andare avanti le vicende che li accomunano o lo stupore del
momento in cui si viene lentamente a comprendere la verità su di loro e soprattutto
la conclusione del romanzo. È l'unico libro di Andrea Camilleri che ho letto e
sono rimasta soddisfatta della mia scelta.
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