mercoledì 28 gennaio 2015



Commento personale all’intervista ad

 Andrea Camilleri “il maestro senza regole”





Gabriella Ruggeri V A Liceo Classico


“Non seppe insegnarmi nulla, se non ad essere me stesso”. Sembra questo il segreto che si cela dietro un uomo di tale grandezza quale lo scrittore Andrea Camilleri. L’incoraggiamento del padre a mostrare sempre la sua personalità ha forgiato l’animo del nostro “mito siciliano” che riesce ancora oggi a comunicare ai giovani con l’esperienza di un nonno molto saggio. Per il suo compleanno, compiuto il 6 settembre scorso, la RAI ha regalato agli italiani un’intervista a tutto tondo fatta dalla sicilianissima Teresa Mannino. Tale intervista ha rivelato che, dietro un nome di fama internazionale, esiste un uomo comune, semplice, che nella vita ha affrontato tante esperienze positive e negative, piacevoli e non, come gli anni della seconda guerra mondiale. Incantati dall’ascolto delle sue parole, ricaviamo degli insegnamenti validi per la nostra vita. Innanzitutto Camilleri sottolinea il forte legame che lo stringe ai suoi affetti, alle persone a lui care, senza le quali sarebbe vana l’esistenza. Sono ancora vivi per lui i ricordi delle due nonne, Carolina ed Elvira, l’ultima in particolare gli ha permesso di aprire la sua fantasia e di gustare la bellezza del racconto. Sicuramente un’altra donna insostituibile per la sua vita è stata la moglie; Nené e Rosetta infatti, dopo aver compiuto il loro sessantesimo anno di matrimonio, diventano un modello di coppia quasi scomparso nel nostro tempo. Camilleri, accennando al loro rapporto, non parla di gioia e di felicità, ma della “pazienza”; vero pilastro per affrontare i momenti di dolore e i problemi che la vita inevitabilmente presenta. Ciò che ho ammirato molto in lui è la sua esperienza di “maestro”.  Non tutti sanno che, prima di diventare uno scrittore, egli è stato un grande sceneggiatore e regista, e durante l’intervista svela altri segreti, tutti utili per noi, suoi “nuovi alunni”. L’insegnante è colui che porta non ad una conoscenza nozionistica ma è colui che riesce a farti emozionare, vibrare l’animo e così dunque riesce a farti “scoprire il mondo”.       Le ore di lezione di drammaturgia del maestro Camilleri erano diverse da tutte le altre, si basavano, infatti,  sul dialogo sincero tra alunni e professore e sul racconto delle proprie esperienze vissute. Ogni uomo, indipendentemente dal proprio lavoro, deve imparare a crescere rimanendo sempre se stesso e scoprendo la sua personalità, la sua indole,  la sua verità. Per diventare qualcuno non dobbiamo “cercare di fare” ma “essere”. Il  termine “maestro”  dunque può limitarsi alla caratterizzazione di un lavoro oppure può esprimere molto di più, può rappresentare un modello di vita da seguire, come quello  del professore di Camilleri che riuscì ad insegnare ai suoi alunni il valore della libertà in un periodo storico in cui questa veniva negata o dimostrò quanto anche un piccolo  gesto, compiuto superficialmente dagli scolari, possa diventare sinonimo di viltà. Sono notevoli i consigli che Camilleri ci fornisce, attingendo alla propria esperienza, insegnamenti che non possiamo sottovalutare. In tal modo spiana la strada per le nostre riflessioni personali grazie alle quali possiamo dire di essere stati alunni di un “maestro senza regole”, la cui grandezza sta nell’umiltà della sua vita.


Donne” 

di Andrea Camilleri

Trentanove diverse storie di donne, elencate alfabeticamente, compongono questo avvincente libro di Camilleri. Con ciascuna di esse, l’autore ha intrecciato un rapporto, tangibile o fantasioso, ed ha scoperto tante sfumature dell’universo femminile. Le donne di Camilleri sono vissute in epoche differenti, dall’Antigone Sofoclea alla Louise Brooks degli anni  ’30, dall’egiziana Nefertiti all’Ofelia della Seconda Guerra Mondiale, dall’imperatrice bizantina Teodora alla rivoluzionaria russa Angelica Balabanoff, ma poi vi sono anche Carla, Helga, Nunzia, Lulla, Yerma e tante altre che con la loro storia hanno arricchito le esperienze di vita del nostro autore. In  ogni racconto, Camilleri mette in risalto aspetti o caratteri delle donne di ogni tempo. L’autore ci fa incontrare donne libere o sottomesse, donne sole, indipendenti e forti, amiche, amanti e anche tradite, bellissime e con i propri difetti, libere, ribelli e vendicative, pure  e commercianti del proprio corpo, fedeli  ma anche gelose e sensuali, povere e ricche, ma che in qualunque momento della loro vita sanno come affrontare il proprio destino.

Le storie non seguono la cronologia temporale degli incontri tra Camilleri e le “sue” donne. Sono presenti sequenze narrative, descrittive, psicologiche e dialogiche che rendono il ritmo sempre diverso, vivace ed interessante. L’autore inoltre utilizza: le ellissi per ottenere un particolare effetto di concisione, in modo da far notare al lettore come il tempo abbia portato alla conclusione alcune storie; le pause , molto frequenti, per far emergere i pensieri dei personaggi in particolari momenti della vicenda.  Gli “incontri” con le donne avvengono nell’arco della vita di Camilleri, dagli anni della scuola con le compagne di classe agli anni dell’attività da maestro con le alunne di teatro.  I luoghi degli incontri sono reali. Ciascuna donna viene caratterizzata non solo da una descrizione fisica ma anche psicologica. Tutte  le storie vengono inoltre ambientate in precisi luoghi e tempi individuati dalla memoria della vita dell’autore. Il contesto socio-culturale ripercorre in linea di massima gli anni del ’900 in cui vive l’autore, ma ci sono anche paragoni con donne dell’antichità. Camilleri riesce ad evidenziare le condizioni della donna nei vari archi temporali da lui esaminati. Il linguaggio è informale, colloquiale ed il racconto scorre in maniera fluida.
Ho letto con molto piacere il libro e con tanta voglia di scoprirne il contenuto. La suddivisione in storie di breve durata facilita e rende agevole la lettura. Gli aspetti e le caratteristiche femminili analizzati sono di grande attualità ed offrono buoni spunti di riflessione  su cui soffermarsi. “Donne” mi è piaciuto poiché mette in rilievo la forza di una donna dinnanzi agli abusi morali e sociali subiti nel corso dei secoli.  La donna, tanto sensuale e capace di far innamorare a prima vista, eppure tanto sola se considerata mero oggetto di godimento , si rifugia nell’alcool, nella droga, nel pianto. La donna, decisa nelle proprie scelte politiche e sociali, accetta a testa alte le dovute conseguenze. Quella donna che contemporaneamente viene esaltata per le sue doti morali, ma annientata per i suoi difetti fisici.  Donne all’apparenza perfette ma…umane. Donne costrette alla prostituzione per vivere e, nonostante la sofferenza, pronte ad aiutare chi non ha nulla. Donne fedeli, pazienti nell’aspettare l’uomo amato anche un’intera vita; donne che diventano amiche, che aiutano e soddisfano, pronte ad agire per il bene. Donne tradite e coscienti, donne che tradiscono e che sopportano… che cercano la libertà e l’indipendenza in un mondo che ha sempre messo loro i bastoni tra le ruote. Ma esistono ancora donne che come Antigone, seguono anche a costo della vita, la propria scelta, il proprio ideale? Donne che credono ancora possa esistere la giustizia in un mondo tanto corrotto? Esistono ancora donne che riescono a vincere la solitudine dell’amore perduto, come Carmela, che riesce a vedere la “luce in fondo al tunnel”? Donne che come Giovanna, la paladina, riescono ad opporsi al sistema e addirittura ad essere temute dagli uomini? Donne che come Louise, seppur dimenticate e oscurate, trovano la forza di ricominciare? Donne che come Nefertiti, accettano il trascorrere del tempo e la fugacità della bellezza? Donne che non si vergognano a dimostrare le proprie imperfezioni e che non ricorrono agli interventi chirurgici per non rinunciare ad essere se stesse? Donne che fedeli all’amore, come Ninetta,  non infrangono il foedus con l’uomo amato e lo aspettano un’intera vita, rispettandolo “nella buona e nella cattiva sorte”? Donne che con una solida personalità, come Oriana, seppur la vita riservi loro trattamenti diversi, inseguono i propri ideali? Donne che sacrificano se stesse per aiutare “l’altro”? Donne che con determinazione non si danno per vinte, perché come Teodora, sanno che cambiare è possibile? Agli interrogativi di Camilleri aggiungo i miei: perché, ancora oggi, il numero dei femminicidi aumenta quotidianamente ? Perché aumenta, a dismisura, il numero degli interventi di chirurgia estetica? Perché, ancora oggi le donne non vengono valorizzate per le loro qualità morali invece di essere lodate per le loro curve? Abbiamo forse spezzato le ali ad angeli così belli? Eppure, Camilleri non ha sognato delle donne così esemplari… ma, da grande maestro quale lui è, ci vuole dire che ESISTONO ANCORA donne che CREDONO IN UN FUTURO MIGLIORE. Basta non ARRENDERSI al negativo del nostro secolo. Grazie alla forza e all’energia che trasmette, ne consiglieri la lettura a tutte le donne e… non solo!!!

Nessun commento: