Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Gabriella Ruggeri V A Liceo Classico
“Non seppe
insegnarmi nulla, se non ad essere me stesso”. Sembra questo il segreto che si
cela dietro un uomo di tale grandezza quale lo scrittore Andrea Camilleri.
L’incoraggiamento del padre a mostrare sempre la sua personalità ha forgiato
l’animo del nostro “mito siciliano” che riesce ancora oggi a comunicare ai
giovani con l’esperienza di un nonno molto saggio. Per il suo compleanno, compiuto
il 6 settembre scorso, la RAI ha regalato agli italiani un’intervista a tutto
tondo fatta dalla sicilianissima Teresa Mannino. Tale intervista ha rivelato
che, dietro un nome di fama internazionale, esiste un uomo comune, semplice,
che nella vita ha affrontato tante esperienze positive e negative, piacevoli e
non, come gli anni della seconda guerra mondiale. Incantati dall’ascolto delle
sue parole, ricaviamo degli insegnamenti validi per la nostra vita.
Innanzitutto Camilleri sottolinea il forte legame che lo stringe ai suoi
affetti, alle persone a lui care, senza le quali sarebbe vana l’esistenza. Sono
ancora vivi per lui i ricordi delle due nonne, Carolina ed Elvira, l’ultima in
particolare gli ha permesso di aprire la sua fantasia e di gustare la bellezza
del racconto. Sicuramente un’altra donna insostituibile per la sua vita è stata
la moglie; Nené e Rosetta infatti, dopo aver compiuto il loro sessantesimo anno
di matrimonio, diventano un modello di coppia quasi scomparso nel nostro tempo.
Camilleri, accennando al loro rapporto, non parla di gioia e di felicità, ma
della “pazienza”; vero pilastro per affrontare i momenti di dolore e i problemi
che la vita inevitabilmente presenta. Ciò che ho ammirato molto in lui è la sua
esperienza di “maestro”. Non tutti sanno
che, prima di diventare uno scrittore, egli è stato un grande sceneggiatore e
regista, e durante l’intervista svela altri segreti, tutti utili per noi, suoi
“nuovi alunni”. L’insegnante è colui che porta non ad una conoscenza
nozionistica ma è colui che riesce a farti emozionare, vibrare l’animo e così
dunque riesce a farti “scoprire il mondo”. Le
ore di lezione di drammaturgia del maestro Camilleri erano diverse da tutte le
altre, si basavano, infatti, sul dialogo
sincero tra alunni e professore e sul racconto delle proprie esperienze
vissute. Ogni uomo, indipendentemente dal proprio lavoro, deve imparare a
crescere rimanendo sempre se stesso e scoprendo la sua personalità, la sua
indole, la sua verità. Per diventare
qualcuno non dobbiamo “cercare di fare” ma “essere”. Il termine “maestro” dunque può limitarsi alla caratterizzazione
di un lavoro oppure può esprimere molto di più, può rappresentare un modello di
vita da seguire, come quello del professore
di Camilleri che riuscì ad insegnare ai suoi alunni il valore della libertà in
un periodo storico in cui questa veniva negata o dimostrò quanto anche un
piccolo gesto, compiuto superficialmente
dagli scolari, possa diventare sinonimo di viltà. Sono notevoli i consigli che
Camilleri ci fornisce, attingendo alla propria esperienza, insegnamenti che non
possiamo sottovalutare. In tal modo spiana la strada per le nostre riflessioni
personali grazie alle quali possiamo dire di essere stati alunni di un “maestro
senza regole”, la cui grandezza sta nell’umiltà della sua vita.
“Donne”
di Andrea Camilleri
Trentanove diverse storie di donne, elencate alfabeticamente, compongono questo avvincente libro di Camilleri. Con ciascuna di esse, l’autore ha intrecciato un rapporto, tangibile o fantasioso, ed ha scoperto tante sfumature dell’universo femminile. Le donne di Camilleri sono vissute in epoche differenti, dall’Antigone Sofoclea alla Louise Brooks degli anni ’30, dall’egiziana Nefertiti all’Ofelia della Seconda Guerra Mondiale, dall’imperatrice bizantina Teodora alla rivoluzionaria russa Angelica Balabanoff, ma poi vi sono anche Carla, Helga, Nunzia, Lulla, Yerma e tante altre che con la loro storia hanno arricchito le esperienze di vita del nostro autore. In ogni racconto, Camilleri mette in risalto aspetti o caratteri delle donne di ogni tempo. L’autore ci fa incontrare donne libere o sottomesse, donne sole, indipendenti e forti, amiche, amanti e anche tradite, bellissime e con i propri difetti, libere, ribelli e vendicative, pure e commercianti del proprio corpo, fedeli ma anche gelose e sensuali, povere e ricche, ma che in qualunque momento della loro vita sanno come affrontare il proprio destino.
Le storie non seguono la cronologia temporale degli incontri tra
Camilleri e le “sue” donne. Sono presenti sequenze narrative, descrittive,
psicologiche e dialogiche che rendono il ritmo sempre diverso, vivace ed
interessante. L’autore inoltre utilizza: le ellissi per ottenere un particolare
effetto di concisione, in modo da far notare al lettore come il tempo abbia
portato alla conclusione alcune storie; le pause , molto frequenti, per far
emergere i pensieri dei personaggi in particolari momenti della vicenda. Gli “incontri” con le donne avvengono
nell’arco della vita di Camilleri, dagli anni della scuola con le compagne di
classe agli anni dell’attività da maestro con le alunne di teatro. I luoghi degli incontri sono reali. Ciascuna
donna viene caratterizzata non solo da una descrizione fisica ma anche
psicologica. Tutte le storie vengono
inoltre ambientate in precisi luoghi e tempi individuati dalla memoria della
vita dell’autore. Il contesto socio-culturale ripercorre in linea di massima
gli anni del ’900 in cui vive l’autore, ma ci sono anche paragoni con donne
dell’antichità. Camilleri riesce ad evidenziare le condizioni della donna nei
vari archi temporali da lui esaminati. Il linguaggio è informale, colloquiale ed
il racconto scorre in maniera fluida.
Ho letto con molto piacere il libro e con
tanta voglia di scoprirne il contenuto. La suddivisione in storie di breve durata
facilita e rende agevole la lettura. Gli aspetti e le caratteristiche femminili
analizzati sono di grande attualità ed offrono buoni spunti di riflessione su cui soffermarsi. “Donne” mi è piaciuto
poiché mette in rilievo la forza di una donna dinnanzi agli abusi morali e sociali
subiti nel corso dei secoli. La donna,
tanto sensuale e capace di far innamorare a prima vista, eppure tanto sola se
considerata mero oggetto di godimento , si rifugia nell’alcool, nella droga,
nel pianto. La donna, decisa nelle proprie scelte politiche e sociali, accetta
a testa alte le dovute conseguenze. Quella donna che contemporaneamente viene
esaltata per le sue doti morali, ma annientata per i suoi difetti fisici. Donne all’apparenza perfette ma…umane. Donne
costrette alla prostituzione per vivere e, nonostante la sofferenza, pronte ad
aiutare chi non ha nulla. Donne fedeli, pazienti nell’aspettare l’uomo amato
anche un’intera vita; donne che diventano amiche, che aiutano e soddisfano,
pronte ad agire per il bene. Donne tradite e coscienti, donne che tradiscono e
che sopportano… che cercano la libertà e l’indipendenza in un mondo che ha
sempre messo loro i bastoni tra le ruote. Ma esistono ancora donne che come Antigone, seguono anche a costo della
vita, la propria scelta, il proprio ideale? Donne che credono ancora possa
esistere la giustizia in un mondo tanto corrotto? Esistono ancora donne
che riescono a vincere la solitudine dell’amore perduto, come Carmela, che riesce a vedere la “luce in
fondo al tunnel”? Donne che come Giovanna,
la paladina, riescono ad opporsi al sistema e addirittura ad essere temute
dagli uomini? Donne che come Louise,
seppur dimenticate e oscurate, trovano la forza di ricominciare? Donne
che come Nefertiti, accettano il
trascorrere del tempo e la fugacità della bellezza? Donne che non si vergognano
a dimostrare le proprie imperfezioni e che non ricorrono agli interventi
chirurgici per non rinunciare ad essere se stesse? Donne che fedeli
all’amore, come Ninetta, non infrangono il foedus con l’uomo amato e lo aspettano un’intera vita,
rispettandolo “nella buona e nella
cattiva sorte”? Donne che con una solida personalità, come Oriana, seppur la vita riservi loro
trattamenti diversi, inseguono i propri ideali? Donne che sacrificano se
stesse per aiutare “l’altro”? Donne
che con determinazione non si danno per vinte, perché come Teodora, sanno che cambiare è possibile? Agli interrogativi di
Camilleri aggiungo i miei: perché,
ancora oggi, il numero dei femminicidi aumenta quotidianamente ? Perché
aumenta, a dismisura, il numero degli interventi di chirurgia estetica? Perché,
ancora oggi le donne non vengono valorizzate per le loro qualità morali invece
di essere lodate per le loro curve? Abbiamo forse spezzato le ali ad angeli
così belli? Eppure, Camilleri non ha
sognato delle donne così esemplari… ma, da grande maestro quale lui è, ci vuole
dire che ESISTONO ANCORA donne che CREDONO IN UN FUTURO MIGLIORE. Basta non
ARRENDERSI al negativo del nostro secolo. Grazie alla forza e all’energia che
trasmette, ne consiglieri la lettura a tutte le donne e… non solo!!!
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