Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Carlo Giambò III B Liceo Classico
Il compleanno del longevo scrittore Camilleri è un’occasione che
la Rai non si lascia sfuggire. La “sicilianissima” attrice e comica Teresa
Mannino si reca a Roma per intervistare un suo conterraneo d’eccezione. È evidente il timore reverenziale della Mannino
nei confronti del grande maestro e il regalo, un cedro, che lei gli dona è
segno inequivocabile di rispetto e sottomissione. Le informazioni sulla vita e
le opere di Camilleri in questo docufilm non sono tratte esclusivamente
dall’intervista diretta con lo stesso, ma si arricchiscono di notizie, aneddoti
e ricordi offerti da persone che lo hanno conosciuto. Da quando a 24 anni
Camilleri lascia la Sicilia per frequentare l’Accademia di Arte Drammatica a
Roma il rumore del mare e lo sciabordio delle acque del suo mare siciliano non
lo abbandonano più ed ogni occasione è buona per rivederlo. A Porto Empedocle
ha i suoi legami affettivi, il ricordo di sua nonna che gli ha insegnato l’arte
del raccontare. Peculiare è la sua capacità di raccontare cose semplici
rendendole speciali e di trovare l’eccezionale nel quotidiano. Il viaggio della
Mannino a Porto Empedocle si arricchisce di informazioni non tanto sull’uomo
pubblico ma sull’uomo privato circondato da amici cari e fatto “grande” grazie
ai suoi professori di liceo. Alla domanda dell’attrice relativa ad una notte
trascorsa con amici insieme ad una ragazza veneziana, aneddoto che le era stato
raccontato da un amico di Camilleri, lo scrittore non riesce a nascondere un
certo imbarazzo evidenziando un fondo di timidezza reso evidente dal fatto che
si accende una sigaretta ed evita accuratamente lo sguardo
dell’intervistatrice. Ben altro atteggiamento rivela quando si parla di
Rosetta, la donna che lo accompagna ormai da sessant’anni; i suoi occhi si
illuminano e il suo sguardo non “molla” come a dire con orgoglio che il suo
rapporto è rimasto intatto, nonostante qualche crepa. In realtà, Rosetta è “l’altra parte di nonno” come afferma la
nipote Alessandra; una presenza rassicurante e paziente, capace di tenere in
piedi la famiglia. Camilleri stesso afferma di non essere stato un buon padre
per il fatto che era spesso fuori per lavoro ma di essere però un buon nonno.
Nell’intervista si intuisce che anche il rapporto con il padre non dovette
essere del tutto lineare se solo alla fine della sua vita Camilleri sentì il
bisogno di chiarire alcune cose irrisolte. E tuttavia, nonostante la severità
del padre, di lui lo scrittore dice: “Un
padre che non seppe insegnarmi nulla se non di essere quello che sono”. Il
successo come scrittore arriva tardi ma non gli cambia la vita perché in realtà
Camilleri non è attaccato a niente che non siano gli affetti, è un uomo libero.
Neanche la morte lo spaventa, egli sa che nel “biglietto” che ci viene dato alla nascita sono inclusi la
giovinezza, i piaceri ma anche il dolore, la senilità e la morte, perciò è
inutile lamentarsene. La consapevolezza di dover invecchiare gli ha consigliato
di scrivere anche l’ultima puntata di Montalbano. Ma un uomo capace di lavorare
sulle emozioni e sulla verità non invecchia mai. L’intervista si conclude con
una “doppia vasata” nel chiuso dello
studio. I due avranno modo di rivedersi all’aperto, di fronte all’amato mare.
“L’età del dubbio”
di Andrea Camilleri
“L’età del dubbio” è un romanzo che ha
come protagonista il commissario Montalbano che tratta si occupa di un’inchiesta che, in un intrigo
internazionale, coinvolge gli equipaggi di un cruiser e di uno yacht attorno ad
un cadavere sfigurato e ad un passaporto falso. Nel risolvere l’inchiesta,
Salvo è affiancato dal tenente Laura Belladonna della quale si innamorerà,
mentre Livia sarà sempre più lontana da lui. Nel romanzo compare la paura di
Montalbano della morte, ma riaffiora anche la sua voglia di “essere giovane”
cioè di avere atteggiamenti, in questo caso nei confronti di Laura,
adolescenziali.
Nel romanzo non c’è alcuna indicazione
temporale, ma si presume che la vicenda sia ambientata ai giorni nostri. I
luoghi in cui la storia si svolge sono: Vigata, che corrisponde a Porto
Empedocle; Marinella, che equivale a Punta Secca; Montelusa, corrispondente ad
Agrigento. Nel romanzo prevalgono sia gli spazi chiusi(il commissariato e la casa
di Montalbano) sia gli spazi aperti(il porto di Vigata).Il ritmo narrativo è
prevalentemente veloce o in equilibrio, cosa che stimola la partecipazione del
lettore e conferisce immediatezza al discorso. La narrazione della vicenda
segue l’intreccio utilizzando l’analessi(flashback). Di solito la voce narrante
è esterna, ma capita anche che sia interna(per esempio quando Montalbano
dialoga tra sé e sé).
Caratterizzazione
dei personaggi
- Salvo Montalbano: cinquantotto anni,
fumatore, intelligente e perspicace. Nel romanzo viene mostrata l’angoscia
della morte del commissario, poi si comprenderà che si tratta di un brutto
sogno. Inoltre, la sua fidanzata Livia, è sempre più lontana ed irritabile.
Montalbano si innamora di una bellissima donna, Laura, alla quale però non
vuole confessare il suo amore per paura.
- Mimì Augello: poliziotto del
Commissariato di Vigata, bell’uomo,”fimminaro”,vanitoso,
orgoglioso di sé, intelligente. Aiuta nell’inchiesta Salvo e riesce nel suo
intento, a scopo puramente investigativo, a sedurre la proprietaria dello yacht
“Vanna”.
- Giuseppe Fazio: ispettore del
Commissariato di Vigata, fedele ed ubbidiente agli ordini di Montalbano.
- Agatino Catarella: poliziotto del
Commissariato di Vigata, semplice, amichevole, fedele, ingenuo, confusionario.
Nel romanzo i suoi fragorosi passi d’entrata, gli sfondoni e i capitomboli
linguistici risuonano in modo più evidente e divertente. Però “nello struppiare i cognomi, Catarella si
raffinava sempri di cchiù”.
- Il dottor Lattes: capo di gabinetto
del questore Bonetti-Alderighi, burocrate, bigotto e fanatico. Veniva
soprannominato “Lattes e mieles” per la sua untuosità. In questo romanzo,
Montalbano gli fa credere che sia morto uno dei suoi figli, dato che pensava
che Salvo fosse sposato e che dunque avesse una famiglia
- Vanna Digiulio: si spaccia
inizialmente con Montalbano per una trentenne di Palermo, orfana, studentessa
in architettura, semplice e poco attraente, descritta da Camilleri come una “picciotta laiduzza” e “sgraziata”, ma in realtà si scoprirà
essere una poliziotta di nome Roberta Rollo che da tempo stava dietro ai
traffici dello yacht della Giovannini, coinvolto in un contrabbando di
diamanti.
- Emile Lannec (nome vero Jean Pierre
David): francese, quarant’anni, biondo, spalle larghe, incensurato ma tenuto
d’occhio da tempo perché faceva parte di una grande organizzazione dedita al
traffico di diamanti. Nel romanzo è il cadavere sfigurato trovato in un
canotto, possedeva un passaporto falso sul quale compariva col nome di “Emile
Lannec”.
- Il dottor Raccuglia: medico portuale,
serio e con la testa sulle spalle(“pirsona
sistimata”).
- Il comandante Sperlì: genovese magro,
cinquantacinque anni, barba col pizzo, vestito elegante.
-Il tenente Laura Belladonna:
bellissima, carnagione scura, begli occhi, labbra rosse, simpatica. Nell’inchiesta
affianca Montalbano, i due finiscono per diventare molto amici e potrebbe
nascere “qualcosa di più” se…
- Livia: fidanzata di Salvo, che nella
vicenda ha un ruolo secondario ma nelle
poche frasi dette a Montalbano evidenzia il suo progressivo distacco nei
confronti dello stesso e la sua irritabilità.
- Maurilio Alvarez: motorista dello
yacht “Vanna”, spagnolo.
- Ahmed Chaikri detto Zizì: magrebino,
ventotto anni; viene ucciso e fatto ritrovare in mare.
- Stefano Ricca: marinaio del “Vanna”,
trentadue anni, di Viareggio.
- Mario Digiulio: marinaio del “Vanna”,
palermitano.
- Livia Acciai Giovannini: bella donna,
proprietaria dello yacht “Vanna”, livornese, cinquantadue anni, moglie di Arturo
Giovannini, morto cadendo dallo yacht.
- Nicolò Zito: giornalista di
“Retelibera”, amico di Montalbano.
Secondo me “L’età del dubbio” è un
bellissimo romanzo, coinvolgente, chiaro e molto scorrevole, nonostante l’uso
da parte di Camilleri del dialetto siciliano. Lo proporrei a persone di qualunque
età. Per quanto riguarda il confronto con il film, in linea generale la versione
televisiva è coerente con il romanzo, ma presenta delle incongruenze: Vanna
Digiulio nel romanzo ha gli occhiali, mentre nel film non li porta; nel film
non viene mostrato il Commissariato allagato a causa del forte temporale.
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