mercoledì 28 gennaio 2015



Primo  Classificato  Rotaract   

 20  dicembre  2014

 Fragilità, il tuo nome è donna


Giuseppe Bruno V B  Liceo Classico


Tum tum, tum tum. Gli occhi cerchiati e luminosi, le labbra schiuse, la curva tenera della nuca, le mani affusolate dal tocco delicato, lo sguardo silenzioso. Lei è lì, pronta ad accogliere e accudire il segreto della vita: i suoi sono battiti che fanno pulsare e tremare il cuore, che celano la naturale fragilità dietro il suo volto, che rendono questo essere tanto prezioso quanto enigmatico. Lei è donna, è madre, è figlia, è un esplosione della natura, è vitalità e volontà, è forza d’animo. È quiete dopo la tempesta. Ogni giorno si prepara ad affrontare con determinazione morale il mondo, le difficoltà, le sofferenze, eppure con tenacia mostra quel sorriso sulle proprie labbra, fiducioso, leale che non svanirà mai. Riesce ad ammirare la bellezza, l’intensità e le pienezza della vita con un abbraccio, una carezza, una parola di conforto. La sua è una continua dedizione e da sempre ha dovuto lottare per quella libertà e quell’equilibrio tanto desiderato, per quella necessità di far sentire la propria voce che forse è ancora troppo sottile, troppo soave. Quelle del passato sono ombre di angeli del focolare che hanno abbandonato le mura domestiche per riscoprire quanto c’è di grandioso e meraviglioso al mondo: la libertà nelle sue forme più pure, naturali, armoniche. La travagliata lotta, l’acquisizione di diritti e doveri e la conquista di innumerevoli traguardi importanti hanno costellato in senso eterogeneo il corso del XX secolo, nel quale la donna ha riposto le speranze di un futuro e un’esistenza migliore, di pari opportunità; ha sfaldato i confini della logica e del tradizionale sentimentalismo, della realtà e della fantasia, si è nutrita di sogni che le hanno consentito di risvegliare, paradossalmente, la società dormiente e forse ancora legata ed attratta da quegli sciocchi dogmi e da quell’ideologia conservativa. Tuttavia è vero che la rottura degli schemi abbia creato coscienziosamente e volutamente un certo scompiglio e una certa disapprovazione tra l’obsoleta collettività, come quasi a voler macchiare quella purezza e quel candore di cui si tinge la donna per antonomasia. Fragilità e forza, un binomio, tasselli fondamentali, due aspetti di un unico essere, due meccanismi che si compenetrano l’un l’altro, in cui l’uno non può fare a meno dell’altro; la fragilità è la sua forza, in un ordine dove cuore e mente proseguono lungo lo stesso binario. Tuttavia, spesso, è la sua debolezza o la sua sete d’amore ad accecarla e renderla fatiscente. Questa condizione di incertezza non riesce a farle discernere coerentemente amore vero da ossessione, forse per paura di perdere un qualcosa che invade la mente, il corpo e l’anima, un qualcosa incontrollabile e incommensurabile. E allora perché non provare a lottare, perché? Vivi, vivi, ama e combatti la tua battaglia o donna; tramanda il messaggio segreto della vita e dell’amore universalmente, da madre a madre, da figlia a figlia, da donna a donna.

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