Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Clara Bruno III B Liceo Classico
Il 6 settembre 2014 è andata in onda su Rai1 l’intervista fatta
da Teresa Mannino a uno dei più grandi scrittori italiani: Andrea Camilleri, che
ci ha permesso di apprezzare non solo lo scrittore ma soprattutto l’uomo.
Teresa Mannino non ha condotto un’intervista come tutte le altre, basata soltanto sul dialogo con Camilleri ma ha
anche conosciuto le persone a lui care, i luoghi da lui frequentati e in cui ha
vissuto come Porto Empedocle. Durante il dialogo tra Teresa Mannino e Andrea
Camilleri apprendiamo vari frammenti
della sua vita; comprendiamo l’importanza che i suoi famigliari e certi eventi
hanno avuto, l’amore profondo verso la letteratura trasmesso dalla nonna
Elvira, che intratteneva il nipote inventando delle storie e scopriamo anche la parentela dello scrittore
con Luigi Pirandello tramite la nonna Carolina. Un evento sicuramente
importante che ha influenzato la stesura del suo primo libro fu la morte del
padre, con il quale non aveva avuto un buon rapporto ma, con l’aggravarsi del
tumore che causò successivamente la sua morte, Camilleri riuscì a riavvicinarsi a lui e a
stargli accanto. Sentendolo parlare la cosa che colpisce di più è la
semplicità, infatti, nonostante abbia ottenuto molto successo con i suoi
romanzi, Camilleri continua a non dare importanza ai beni materiali, ha vissuto
e continua a vivere in case normali, per niente sfarzose, che riflettono il suo
stile di vita. Alla fine dell’intervista, Camilleri ci invita ad essere sempre
noi stessi in tutto e per tutto senza cambiare e inoltre ci fa capire che non
c’è un’età per la cultura e soprattutto per le proprie passioni. Trovo che
Camilleri ci abbia trasmesso messaggi importanti che non vanno trascurati.
“Il giro di boa”
di Andrea Camilleri
“Il giro di boa” è un romanzo di Andrea
Camilleri, pubblicato nel 2003. Il commissario, a causa dei comportamenti della
polizia nel G8 di Genova, prende la decisione di dimettersi. Nel frattempo si
imbatte in un nuovo caso mentre fa la sua consueta nuotata nelle acque di
Marinella dove trova un cadavere. Le prime ipotesi portano a sospettare per il
colore della pelle, che l’uomo sia un extracomunitario, annegato in uno dei
tanti viaggi illegali. Ma il commissario grazie al dottor Pasquano e
all’aiuto di un suo amico marinaio, Ciccio Albanese, dubita che il morto sia
realmente affogato. Nel frattempo la presentazione delle dimissioni viene
rimandata. Un giorno Montalbano partecipa ad una operazione di
smistamento di extracomunitari, chiamato da un amico che se ne occupa. Egli
nota un bambino che cerca di fuggire, lo insegue, notando che questo voleva
inspiegabilmente fuggire da quella che Montalbano ritiene sua madre. Giorni
dopo il bambino viene investito mentre fuggiva da una delle “città abusive”, secondo
lui volontariamente. Si ritrova così davanti a due casi, apparentemente
scollegati. Una svolta avviene grazie a
Catarella, centralista del commissariato, che tramite la ricostruzione del viso
del cadavere, nota la somiglianza del morto con un uomo di Cosenza, Ernesto
Errera. Il commissario non riesce a giungere alla conclusione finché l’amica
svedese Ingrid non vede la ricostruzione del viso e riconosce il morto dando
così la svolta necessaria per chiudere il caso.
Non c’è alcun riferimento al tempo in
cui si svolge la vicenda ma si presume che la storia sia ambientata ai giorni
nostri a Vigata, provincia di Montelusa. Vi è un accenno a luoghi realmente
esistenti come Cosenza e Genova. Sono presenti sequenze dialogiche, narrative e
descrittive. Benché la storia segua un ordine cronologico, prevale l’intreccio,
in quanto alla storia si affiancano degli episodi accaduti precedentemente. Il
narratore è esterno non coinvolto nella storia, si limita a raccontarla.
Caratterizzazione
dei personaggi
Il
protagonista è Salvo Montalbano. Egli abita in una villetta sul mare, da solo,
anche se riceve spesso visite dalla fidanzata Livia Burlando che lavora a
Genova. Ha un’innata abilità nel risolvere i casi. È un uomo solitario, infatti ama lavorare ai
casi da solo. Ha una passione per la buona cucina, specialmente a base di
pesce; è poco ambizioso tanto da rinunciare a promozioni. Disprezza la classe
politica e per ciò non vuole avere contatti. Non vi è una descrizione fisica.
Uno dei principali collaboratori del commissario è Giuseppe Fazio, più giovane
di lui, dotato di istinto poliziesco. Domenico Augello, detto Mimì, è un grande
amico di Montalbano e vice commissario di polizia. Agatino Catarella è il
centralista del Commissariato; è un uomo buffo e impacciato, spesso storpia i
nomi degli interlocutori. Il dottore Pasquano è il medico legale incaricato
dell’autopsia dei cadaveri; ha un carattere scontroso. Ciccio Albanese è un
amico del commissario e come professione fa il marinaio. Aiuta il commissario
possedendo una conoscenza ampia dei mari. Jamil Zarzis è l’organizzatore del
traffico illegale di bambini extracomunitari. Gaetano Marzilla è un addetto
alle ambulanze dell’Ospedale, a causa di numerosi debiti ricorre agli
usurai e diventa complice del traffico degli extracomunitari.
Il mio giudizio sulla lettura di questo
libro è positivo e negativo alla stesso tempo. Negativo in quanto ho
riscontrato la maggior parte delle volte difficoltà nel comprendere il
siciliano di cui l’autore si avvale spesso, soprattutto nelle sequenze
descrittive. Ciò, dunque, ha impedito una lettura scorrevole e limpida.
Nonostante le difficoltà, la mia opinione è però prevalentemente positiva: ho
trovato la storia piuttosto appassionante, piena di intrighi e dettagli che
l’hanno resa particolare e mi hanno portata ad appassionarmi alla storia.
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