Commento personale all’intervista ad
Andrea Camilleri “il maestro senza regole”
Simona Mufalli VB Liceo Classico
Avere l’occasione di parlare con una persona straordinaria deve
essere un’esperienza che emoziona e lascia senza fiato. È così che deve essersi
sentita Teresa Mannino, famosa comica siciliana, quando si è recata a Roma per
intervistare lo scrittore Andrea Camilleri. Immediatamente ha tenuto a chiarire
l’importanza rivestita dall’autore nella sua vita, avendole infatti permesso di
integrarsi a Milano grazie alla lingua con cui sono scritti i suoi capolavori. Recandosi successivamente a casa sua, la
Mannino ha avuto modo di porre una serie di domande allo scrittore siciliano,
permettendo così a noi spettatori di conoscere colui che si cela dietro al
mitico commissario Montalbano. Camilleri racconta quindi quali sono stati e
quali sono tuttora i valori più importanti della sua vita. Tutto nasce dalla
sua innata passione per il teatro, come dice egli stesso, basato sulla sua
esperienza, che lo rende una “macchina del racconto”, come viene definito dai
suoi stessi allievi. Al di là delle passioni personali di Camilleri, ciò che mi
ha colpita sono i valori che lo hanno portato ad essere lo scrittore che noi
conosciamo. Primo tra tutti il valore della famiglia, il legame con il padre, la nonna Elvira, che
lo scrittore ricorda affettuosamente mentre gli raccontava storie inventate, o
in particolare quello con la moglie Rosetta, considerata il fulcro della
famiglia. È proprio Camilleri ad affermare che gli affetti sono per lui la cosa
più importante e condivido pienamente il suo più grande timore ovvero quello di
poterli perdere un giorno. Ci sono tantissimi altri valori che traspaiono
dall’intervista, come ad esempio gli amici, di cui lo scrittore ricorda con
nostalgia i momenti trascorsi insieme al liceo o al mare e in particolare il
valore della libertà, valore che gli è stato trasmesso da un suo professore in
epoca fascista. Ma ciò che mi ha realmente fatto riflettere è la sua
“sicilianità”, il suo continuo sentirsi siciliano anche a distanza di anni. Ciò
che mi colpisce di più di Camilleri è l’aver racchiuso nello spazio della
nostra isola le sue esperienze, i suoi ricordi più belli, il profumo del mare,
gli amici, la giovinezza, la buona cucina ecc.
A dire il vero non conoscevo molto la figura di Andrea Camilleri,
tuttavia grazie ai suoi messaggi e alla sua filosofia di vita, ho capito come
avvicinarmi ai suoi scritti e sicuramente imparerò a cogliere tra le sue pagine
i valori che trasmette.
“Il sorriso di Angelica”
di Andrea Camilleri
Ci troviamo ancora una volta a Vigata e l’attenzione è rivolta a
una figura femminile di cui l’autore ci fornisce un dettagliato ritratto, forse
retaggio della sua gioventù. Il commissario Montalbano si ritrova di fronte
alla figura cardine del romanzo, una donna di grande fascino e bellezza,
Angelica, che riassume in sé le reminescenze letterarie dell’”Orlando Furioso”
di Ariosto. Ecco allora come Montalbano si rivede improvvisamente al centro
della scena proprio come in un teatro di pupi siciliani, nelle vesti del famoso
paladino di Carlo Magno. Si riscopre travolto da un turbine di emozioni che lo
portano ad aprirsi psicologicamente man mano che procede la lettura.
Il senso della vergogna, che lo fa quasi sentire un ragazzino,
non gli impedirà tuttavia di abbandonarsi tra le braccia di Angelica. A fare da
sfondo alla vicenda è un comune fatto di cronaca, un furto, che interessa
direttamente la donna. Il punto più ricco di suspense, secondo me, è l’indagine
che porta Montalbano faccia a faccia con i malviventi. Al di là della parte
investigativa del romanzo, quella che mi è piaciuta maggiormente è l’alternanza
dei frammenti letterari tratti dall’”Orlando Furioso”, calati perfettamente in
un contesto contemporaneo. Ho inoltre notato il fatto che il personaggio di
Montalbano subisce tante variazioni prima della fine del libro, mentre gli
altri personaggi sono un po’ più statici. Il linguaggio in alcuni punti è
risultato un po’ difficile da comprendere, ma è stato un vero e proprio
esercizio sulla conoscenza del dialetto siciliano. Ne consiglio la lettura
perché è un genere che riesce a coinvolgere il lettore.
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